Lo straniero in casa: da Medicina a Castel Guelfo

Il progetto Vesta della cooperativa Camelot è già attivo a Bologna e a breve sarà avviato anche in provincia

Accoglienza (foto d'archivio Ravaglia)

Accoglienza (foto d'archivio Ravaglia)

Imola, 28 febbraio 2017 - Aprire le porte della propria casa a stranieri, dando accoglienza a richiedenti asilo o a chi ha già ottenuto lo status di rifugiato. Eccolo qui il nuovo modello di integrazione pronto a essere avviato anche nell’Imolese. Per la precisione, a Medicina, Imola e Castel Guelfo: risiedono infatti in questi comuni le primissime famiglie che al momento hanno dichiarato la loro disponibilità ad aderire al progetto Vesta, coordinato dalla cooperativa Camelot.

Come anticipato dal Carlino nelle scorse settimane, dopo le inedite esperienze di alcune famiglie bolognesi che hanno attivato percorsi di questo genere, adesso anche il Circondario ha intenzione di collaborare con la coop sociale per sviluppare, con la collaborazione della Prefettura e del Servizio centrale del ministero, il progetto Vesta. E forte della spontanea candidatura di alcuni nuclei del territorio che vorrebbero sperimentare questo nuovo modello di integrazione, l’ente di via Boccaccio a breve raccoglierà in via ufficiale le adesioni. «Al momento, i nuclei non sono molti. Alcune famiglie di Medicina, Imola e Castel Guelfo hanno espresso agli assessori competenti la loro disponibilità ad accogliere in casa propria persone fragili - fa sapere Sonia Cicero, dirigente dell’Ufficio di Piano in Circondario -. Tuttavia, anche per gli uffici pubblici si tratta di un approccio inusuale. Del resto, abbiamo scoperto l’esistenza di una particolare sensibilità, da parte di alcune famiglie, legata a un’idea di aiuto verso soggetti con fragilità, non solo minori». Così, il Circondario sta approfondendo le dinamiche del progetto Vesta per metterlo in pratica anche sul Santerno. Una volta stabiliti tutti gli aspetti, soprattutto giuridici, del percorso da seguire, «daremo pubblicamente la notizia del fatto che ci si potrà aprire ad accoglienze di tipo familiare – prosegue Cicero -. Il tutto però sarà coordinato con la Prefettura e il Servizio centrale, per cui non sarà un’operazione immediata».

Le assegnazioni degli ospiti alle famiglie saranno effettuate dal Servizio centrale. «A questo fine, è molto importante che gli ospiti siano già conosciuti dai nuclei che accolgono. Per questo – chiosa - si tratta di persone che escono da strutture di seconda accoglienza. Inoltre la loro permanenza all’interno dei nuclei familiari sarà costantemente monitorata dal soggetto gestore, Camelot in questo caso». I tempi di attuazione? Al momento il Circondario attende una relazione da parte della cooperativa sulle esperienze sotto le Due Torri, in seguito sarà l’ente di via Boccaccio a stabilire la tabella di marcia del progetto Vesta in chiave imolese.