'Sfrattati' dalla quarta corsia dell'A14: "Ma a noi va bene cambiare casa"

Famiglia in controtendenza: "Ma vediamo l’offerta"

Imola, La casa della famiglia Piazza con vista sull'A14

Imola, La casa della famiglia Piazza con vista sull'A14

Imola (Bologna), 27 giugno 2015 - Non è sempre un braccio di ferro. Tra le famiglie sparse tra le vie Sellustra, Del Condotto e San Prospero, interessate dalla costruzione della quarta corsia dell’autostrada, c’è anche qualcuno che, almeno per ora, non alza polveroni. Dipendesse da questa famiglia, la polvere sarà solo quella sollevata dal futuro cantiere. Già, perché la famiglia Piazza, residente a Casola Canina in via Sellustra, finora è l’unica a porsi con un atteggiamento positivo di fronte all’esproprio della casa di campagna, a una decina di metri dai tanti mezzi che sfrecciano ogni giorno sull’A14. Al civico 36, risultano quattro appartamenti, un capannone e una casa diroccata. Sono tre gli alloggi occupati: uno dai genitori, che quella casa l’hanno costruita tanto tempo fa, altri due dalle figlie e rispettive famiglie.

«Quattro anni fa, quando iniziò tutta la vicenda, ci appoggiammo immediatamente a uno studio di architettura che si è sempre relazionato con Autostrade nel corso del tempo – racconta Veruska Piazza –. Insomma, siamo partiti con anticipo, quando ancora non esisteva nemmeno il progetto. E, man mano che il tempo passava, lo studio chiedeva alla società di essere aggiornato sullo stato dell’arte». Veruska spiega che, in questo caso, Autostrade ha intenzione di comprare tutto il terreno, ma di offerte ancora non se ne sono viste.

«Da un po’ – prosegue – siamo in una fase di stallo e attendiamo per la fine del mese il tecnico incaricato di effettuare la perizia per stabilire il valore del complesso immobiliare. Per cui ancora non si è parlato di cifre ma, se faranno un’offerta congrua, accetteremo».

Come mai tutta questa voglia di lasciare la propria casa? «Io e mia sorella abbiamo due figli adolescenti che iniziano a uscire con gli amici. Ora si spostano in corriera ma avvicinarci a Imola sarebbe per noi la cosa migliore. Pensiamo al futuro», sottolinea. Chi, invece, pensa al passato sono i genitori che, tra tutti, saranno i più restii a dire addio alla casa di una vita. «Per loro si tratta di un cambiamento difficile perché questa casa rappresenta un valore affettivo – continua Veruska –. Inoltre sono legati alla terra e qui mio padre ha i suoi ulivi e i suoi ciliegi e coltiva l’orto. Però al tempo stesso capiscono le nostre esigenze. E comunque anche la nostra futura casa avrà un terreno da coltivare. Su questo non si discute».