In fumo il blitz alla Carige: coppia di poliziotti atterra terzetto di banditi

Si cerca il ‘palo’. Malviventi in trasferta da Catania

Gli investigatori

Gli investigatori

Imola (Bologna), 27 settembre 2015 - Li hanno  messi ko tutti e tre, nonostante loro – i poliziotti – fossero solo due. E ci sono riusciti anche se, una volta entrati in banca, i malviventi – tre catanesi ora in carcere – hanno cercato di confondersi tra i clienti, disfandosi delle calze collant dalla testa e dei berretti. «Un’operazione perfetta, da manuale», non ha esitato a definirla, ieri in conferenza stampa, il dirigente del commissariato di polizia Sergio Culiersi, congratulandosi con i due giovani agenti della volante intervenuta, venerdì pomeriggio, alla Carige in via Pisacane. La seconda rapina della giornata, l’altra era quella di Solarolo. Stando a quanto ricostruito dal dirigente, erano circa le 15,15 quando al centralino del 113 arriva la richiesta di intervento. Un dipendente della banca stava rientrando dalla pausa caffè quando si è accorto che qualcosa non andava. «Venite, credo sia in corso una rapina», è la segnalazione arrivata alla centrale e subito i due operatori si sono buttati in macchina. Con addosso il giubbotto antiproiettile, hanno raggiunto a piedi la banca, lasciando la volante a distanza per non farsi notare.

Impossibile sulle prime rendersi conto di quello che stava accadendo dentro: le veneziane erano state tirate, oscurando ogni vetrata. Poco prima, infatti, era entrato dalla ‘bussola’ prima un uomo a volto scoperto, fingendo di essere impegnato in una conversazione al cellulare. Poi un altro, sempre a volto scoperto. Infine, un terzo uomo, stavolta con volto travisato da collant e cappellino. In mano avevano dei cutter che, chiusi, erano riusciti a eludere i controlli di sicurezza all’ingresso. A quell’ora in banca c’erano tre dipendenti e altrettanti clienti, tra i quali un ultraottantenne. Durissima la modalità con cui i tre malventi – due sulla trentina e uno sulla cinquantina – hanno agito: si sono fatti consegnare dai presenti i documenti d’identità, poi hanno ottenuto i loro recapiti telefonici. La minaccia che in futuro li sarebbero andati a cercare a casa se le cose fossero andate male è stato il passo successivo.

Sotto scacco, clienti e dipendenti hanno eseguito gli ordini, e i malviventi inziato ad arraffare i contati. L’obiettivo, però, era un altro: il caveau. L’aperura, temporizzata, sarebbe scattata da lì a 18 minuti. Tanto, troppo e gli uomini delle volanti gli erano già con il fiato sul collo. Uno dei poliziotti si è piazzato all’uscita di sicurezza, l’altro all’ingresso intuendo da alcuni dettagli che erano armati solo di cutter. E’ stato a quel punto che sono entrati in azione. Disattivati i dispositivi d’allarme, uno dei poliziotti ha fatto cenno ai dipendenti di uscire dall’ingresso, mentre due malviventi cercavano di dileguarsi dal retro: alla vista della pistola puntata loro contro dall’altro agente, i due rapinatori si sono arresi. Nel frattempo, il terzo uomo aveva cercato di prendere in ostaggio l’anziano spingendolo in uno sgabuzzino per poi guadagnarsi la fuga, ma quando si è accorto che i due complici erano stati presi, ha gettato la spugna pure lui. Faccia a terra, i banditi sono stati poi arrestati per rapina aggravata in concorso. Uno di loro, sorvegliato speciale sulla trentina, deve rispondere anche di violazione dell’obbligo di soggiorno a Catania. Recuperati anche mille euro nascosti addosso a un bandito. Nell’indagine, coordinata dal pm Domenico Ambrosino, restano ancora da chiarire diversi punti: che fine ha fatto, se c’era, il quarto uomo usato come ‘palo’? Con che mezzo hanno raggiunto la banca? Perché dei catanesi con precedenti erano a Imola per commettere una rapina?