"La sagra del porcino? Una scommessa vinta"

Castel del Rio, i fondatori raccontano 30 anni di soddisfazioni FOTO L'edizione 2015

La Sagra del Porcino

La Sagra del Porcino

Imola, 31 agosto 2015 - A distanza di 30 anni sono ancora lì, tra la cucina e i tavoli dello stand, a fare i volontari. Sono gli ideatori della Sagra del Porcino (FOTO). Era il 1986 quando Brunello Morara e Luciano Masi, assieme al compianto Luciano Morotti, sotico presidente della Pro loco di Castel del Rio, decisero di intraprendere questa avventura.

«A quei tempi c’era solo la festa del marrone – racconta Morara –. Ricordo che quel giorno eravamo al bar e si parlava della possibilità di organizzare questa sagra». Alcuni, poco convinti, fecero un passo indietro. «Noi – prosegue Morara – abbiamo avuto il coraggio di tentare. Così organizzammo la prima edizione. Una sola giornata che oltrepassò di gran lunga tutte le aspettative. Al punto che fummo presi in contropiede e durante la mattina andammo a Firenze a comprare altri funghi perché li avevamo già finiti».

Per alcuni anni la Sagra si svolgeva nell’ambito di un solo giorno, poi è passata a due, infine a due weekend. «Oggi? Si vive di nostalgia e di rimpianti per coloro che non ci sono più – va avanti Morara –. Ma la sagra ha preso piede ed è diventata uno degli appuntamenti più importanti di Castel del Rio. Un momento insostituibile per il paese. E quest’anno abbiamo dei funghi bellissimi e profumati». Tra gli ideatori, trent’anni fa, anche Luciano Masi. «L’iniziativa in realtà non cominciò come festa paesana, ma come appuntamento organizzato da un gruppo sportivo che aveva bisogno di un po’ di liquidità. Parlammo con tre associazioni per coinvolgerle e oggi sono diventate quattro».

Pro Loco, Corpo bandistico, Gruppo sportivo e Associazione culturale alidosiana. «Il primo anno fu il più bello – ricorda Masi – perché non ci aspettavamo tutta quella gente. Come sono stati questi trent’anni? Passati troppo in fretta. Ma spero di fare altri trent’anni di sagra del porcino» dice Luciano, classe 1938, che oggi come allora continua a fare il volontario.

«Siamo un centinaio – dice –, 150 quando ci sono anche i camerieri. La forza di queste feste è che tutte le associazioni e forze politiche collaborano per la loro realizzazione». Qualche annata che ricorda particolarmente? «C’è stato un anno in cui non c’erano funghi e il nostro fornitore li fece arrivare addirittura dalla Finlandia. Ora insegno a mia nipote di 15 anni come fare la polenta, così magari in futuro prenderà il mio posto». Ma il bello di questa festa è che arrivano alcune famiglie da fuori regione. «Gente che una volta abitava a Castel del Rio o che ha la seconda casa e vengono apposta per la festa. E fanno i volontari» conclude.