Funerale di Enzo Salvinni, commozione e lacrime

Chiesa di Linaro gremita per l’ultimo saluto al motociclista morto in un incidente stradale

Il corteo funebre per Enzo Salvinni (foto Isolapress)

Il corteo funebre per Enzo Salvinni (foto Isolapress)

Imola, 13 luglio 2016–Una cerimonia semplice, fatta di lacrime e molti attimi silenziosi, in cui familiari e amici hanno rivolto il loro ricordo a Enzo. Era in sella alla sua motocicletta, il 6 luglio scorso, sulla Montanara, non lontano dalla curva di Riviera. Lo scontro con un autocarro è costato la vita a Enzo Salvinni, 37enne di Borgo Tossignano, che da circa tre mesi lavorava al bar della piscina di Castel San Pietro. Ieri mattina, la gremita navata della chiesa parrocchiale di Linaro è stata luogo dell’ultimo saluto a quel ragazzo gentile, amato e stimato da moltissimi.

«Ognuno di voi ha condiviso qualcosa con Enzo ed è bene che tenga il suo ricordo dentro di sé, come una pietra preziosa», afferma don Giuseppe Zanotti, aprendo l’omelia. «Ho avuto occasione di conoscere Enzo in modo più profondo e ci tengo a raccontare questa cosa di lui, che mi ha molto colpito: ciascuno, nella vita, si trova a fare i conti con esperienze faticose, causa di dolore e fragilità. Enzo in quelle sofferenze non vedeva una disgrazia, ma un’opportunità», continua il parroco. «Le esperienze fragili che aveva vissuto, erano state capaci di trasformarsi in qualcosa di bello e di prezioso. Questa sua concezione della vita, nei suoi aspetti più difficili, mi ha fatto venire in mente la storia del contadino che portava l’acqua al villaggio, con due grosse anfore. Una era piena di fessure e screpolature, l’altra era perfetta. Evidentemente, quella con le fessure, durante il tragitto, perdeva una parte dell’acqua, mentre l’altra manteneva il suo contenuto intatto».

« L’anfora screpolata si sentiva inutile e umiliata e disse al padrone che si vergognava ed era consapevole dei suoi limiti e delle sue ferite. Il giorno dopo lui le fece notare il bordo della strada che ogni giorno percorrevano: era bellissimo, pieno di fiori, grazie all’acqua che usciva dalle fessure. Noi tutti abbiamo affrontato sofferenze nella vita, ma spesso sono queste fragilità che fanno nascere cose preziose. Enzo aveva capito l’importanza delle relazioni, in particolare quelle con i familiari e con la compagna, il valore della concretezza di queste. Aveva capito l’importanza dell’amicizia, quando questa si fa carico delle sofferenze altrui, quando ci si dedica agli altri. Aveva capito l’importanza della responsabilità, del lavoro e della profondità della vita».

Sono tanti i perché sulla morte di Enzo, sono tante le lacrime e il dolore nel cuore di parenti e amici. «Dobbiamo imparare da lui a non disprezzare i nostri limiti», conclude don Zanotti, mentre un fragoroso applauso saluta per l’ultima volta Enzo.