Sara, bravissima con lode: «Scelgo Lettere perché credo nel potere delle idee»

La studentessa si è diplomata al liceo scientifico di Letizia Gamberini

Sara Bighini

Sara Bighini

Imola, 23 luglio 2014 - E’ UNA delle pochissime imolesi uscite con il massimo dei voti. Una lode che incorona cinque anni di impegno e un esame di maturità perfetto. E lei che fa? Sara Bighini, fresca diplomata del liceo scientifico Rambaldi- Valeriani, corre a iscriversi a Lettere e filosofia a Bologna. E le dispiace pure di non avere mai studiato greco. «In queste ultime settimane — racconta —, grazie a sguardi pieni di compassione e sorrisi congelati, mi sono accorta di quanti siano coloro i quali si scandalizzano per un 100 e Lode che non vuole diventare un neurochirurgo specializzato in Ingegneria meccanica e dottore di ricerca in Astrofisica».

«Sia chiaro — aggiusta —, non sto né criticando né escludendo nessuna di queste possibilità, ciò che mi fa sorridere e mi lascia perplessa, però, è la matrice prevalentemente (se non totalmente) inautentica di tale sgomento: ha davvero valore quel mero nozionismo senza passione messo in campo da chi rincorre un ideale vuoto soltanto per agguantare un determinato titolo di laurea considerato più “prestigioso” di un altro?». Di sicuro non ha valore per lei, «profondamente innamorata del potere delle parole ma, soprattutto, del potere delle idee. Sono alla ricerca di domande e risposte complesse. Cerco, però, Leggerezza (nel senso calviniano del termine) e, proprio per questo, la mia vuole essere una scelta universitaria “aperta”».

Ed ecco spiegato il perché (per quanto Sara si dica «consapevole di potermi, anzi, di dovermi permettere cambi di rotta laddove non riesca a sentirmi “saziata” da ciò che trovo») della scelta controcorrente di una facoltà umanistica. «A Lettere cerco il metodo, le solide fondamenta che, credo, soltanto una facoltà ‘rodata’ e strutturata possa fornire, cerco significanti da decifrare ma, soprattutto, significati da interpretare».

Ma torniamo indietro, all’esame appena fatto. Si aspettava questo voto? «La Legge Gelmini ha aumentato i criteri da rispettare per l’assegnazione della lode: ad esempio non si poteva avere neppure un sette in pagella nel triennio. Quando ho visto che avevo preso il massimo agli scritti, beh... ho iniziato a pensarci. Di una ero contenta: più di così non avrei potuto fare».  Che prova scritta ha scelto? «La poesia di Quasimodo. Mi ero esercitata sull’analisi del testo e in classe avevamo affrontato questo autore». E la tesina? «L’evoluzione del concetto di kalokagathia (l’ideale di perferzione classica del bello e buono, ndr). Sono partita dal fenomeno dei fashion blogger tornando indietro fino alla letteratura Ottocentesca e a Dante». Un tema da liceo classico... «Si, infatti ho sbagliato scuola (ride, ndr). In realtà sono molto contenta della scelta che ho fatto, anche se mi sarebbe piaciuto studiare greco». Dopo cinque anni ora può anche dare il voto al suo liceo. «Mah, posso dare un otto, un otto e mezzo. Questo percorso mi ha arricchita molto. Soprattutto, mi rendo conto che ora riesco a fare dei collegamenti fra tutto quello che ho studiato».  All’estero ci pensa? «Al momento starò fra Imola e Bologna, ma mi piace molto come ragionano in Nord Europa. Anche l’America mi attira, ma lì forse bisogna essere un po’ squali. E io sono determinata, ma non mi sento uno squalo». Come è l’inizio dell’università visto da una diciottenne di oggi? Anche nel nostro territorio si parla molto di crisi, non la preoccupa scegliere una facoltà che per molti è di ‘serie B’? «Non esistono facoltà di serie A o B, se non per i professori che vi insegnano. Il lavoro proccupa anche me, ma per come sono fatta, non potrei scegliere nulla di diverso da quello che amo. Non posso rinnegarmi, il lavoro è una vocazione. E poi, in realtà, molti ambiti che fino a qualche anno fa sembravano sicuri, si stanno saturando».  Finito l’esame è tempo di pensare al mitico viaggio della maturità. Dove andrà? «Sono già stata via in montagna, ma ho in mente di andare a Vienna. Il viaggio vero, però, l’ho pensato per dicembre, a Zanzibar. Ma intanto mi godo questi mesi di riposo». Più meritati di così.  

Letizia Gamberini