«Rinunciare alla religione è un diritto». Inaugura lo ‘sbattezzo point’

In via Galeati un punto di assistenza dell’Unione atei

In mancanza della risposta della parrocchia ci si può rivolgere al garante per la protezione dei dati personali

In mancanza della risposta della parrocchia ci si può rivolgere al garante per la protezione dei dati personali

Imola, 28 ottobre 2015 - In Canada viene sancito con un rito che rende bene l’idea: asciugare i capelli con il phone. Un atto goliardico, sia chiaro, ma che viene compiuto al termine dello ‘sbattezzo’. Un riconoscimento su cui si è espressa anche la giurisprudenza italiana che ha stabilito una procedura per ottenere quello che da molti è ritenuto un diritto civile: non essere più considerati ‘figli della chiesa’. L’iniziativa giuridica è stata dell’Uaar, Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, la cui sezione imolese inaugura, venerdì 6 novembre in via Galeati, uno ‘sbattezzo point’. Il civico 6 diventerà anche la sede dell’associazione che condividerà lo spazio con l’Aics sport Imola Asd. Ma l’Uaar a Imola è attiva da due anni. «Questo periodo di ‘rodaggio’ è servito a informare la cittadinanza su alcuni diritti civili e per comprendere quanto a Imola, nonostante una forte presenza laica organizzata, la politica e l’amministrazione pubblica sia ancora dominata da un diffuso clericalismo» spiega Roberto Vuilleumier, delegato di Imola e Castel San Pietro Terme. Come funziona lo ‘sbattezzo point’? «Ci limitiamo a fornire agli interessati un modulo da compilare al fine di richiedere la cancellazione dell’iscrizione del soggetto dai registri che la Chiesa cattolica conserva in merito a tutti coloro che hanno fatto i sacramenti» va avanti Vuilleumier.

In pratica si tratta di un servizio promosso dall’Uaar che «aiuta coloro che vogliono esercitare il diritto di uscire da una confessione religiosa che non li rappresenta. Dopodiché il modulo viene inviato alla parrocchia dove la persona è stata battezzata o dove è stata impartita la prima comunione o la cresima». Sul sito internet dell’Uaar è descritta nel dettaglio la procedura da seguire.

 

SI LEGGE: «Sbattezzarsi è rapido e semplice. Si concretizza nel giro di quindici giorni, termine di legge entro cui le parrocchie sono tenute a rispondere con una lettera mediante la quale confermano di aver annotato sull’atto di battesimo o sul registro dei battezzati quanto richiesto dallo ‘sbattezzando’». «In mancanza di risposta da parte della parrocchia, è possibile presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali. Tutti i ricorsi presentati finora si sono conclusi con esito positivo». Fatto sta che a breve anche sotto l’Orologio, a pochi metri di distanza dal Palazzo del Vescovo, sorgerà un punto che offre assistenza a coloro che intendono seguire questa strada, che non è più quella del Signore. «Nell’arco di quattro mesi, abbiamo ricevuto altrettante richieste – continua Vuilleumier –. Ma dobbiamo considerare che in molti non conoscono nemmeno l’esistenza di questa possibilità».