Il giallo non dura più di 4 secondi. Viaggio nei semafori tenuti d’occhio

‘Intervallo’ stabile nonostante i flussi di traffico siano diversi

I semafori sorvegliati

I semafori sorvegliati

Imola, 21 novembre 2014 - POCO meno di quattro secondi: tanto dura (cronometro alla mano) la luce gialla dei semafori imolesi. Sia quelli collegati (fino all’altro ieri) al sistema ‘Rosso e ti vede’, finiti nel mirino della Procura di Bologna, che quelli liberi dal dispositivo per la rilevazione dei transiti. Un intervallo piuttosto stabile in tutti gli impianti cittadini: sulla circonvallazione come sulla via Emilia, nonostante i limiti di velocità (e quindi i tempi di arresto) siano diversi. Un arco di tempo troppo breve non solo per il pm Antonello Gustapane, titolare dell’inchiesta che vede coinvolti tra gli altri anche il sindaco e la ex Giunta, ma anche per il sottosegretario dell’Economia e delle Finanze, Enrico Zanetti.

Lo scorso aprile, rispondendo alla Camera a un’interrogazione di Simone Baldelli (Fi), il sottosegretario ha ricordato infatti che i tempi del giallo «non possono essere stabiliti arbitrariamente né dai produttori né dagli installatori, ma devono essere dimensionati, secondo i principi della regolazione semaforica». C’è però, secondo il ministero, una durata minima «quantificabile in base alla velocità dei veicoli» in transito: «tre, quattro e cinque secondi, rispettivamente per velocità di 50, 60 e 70 chilometri orari». Attenzione però: «In presenza di traffico pesante», chiarisce la disposizione vigente, si ritiene «conveniente il tempo di quattro secondi anche con velocità di 50 chilometri orari». MA NON è finita: le durate del giallo «possono essere congruamente incrementate, sulla scorta di apposita progettazione da parte di professionisti esperti in materia di regolazione semaforica». Proprio quella che, secondo la Procura, è mancata a Imola e dintorni. In soccorso dell’amministrazione potrebbe però arrivare la sentenza della Corte di Cassazione, che proprio la scorsa estate ha condannato a pagare la multa (annullata dal Giudice di Pace) un’automobilista che viaggiava a 50 chilometri orari nonostante i tre secondi di giallo. Insomma, la faccenda è complicata. Ma il Comune non sembra immune da colpe.

Come noto, a Imola infatti una vera e propria mappa dei semafori dotati del ‘Rosso ti vede’ non è mai stata disponibile su Internet. Cosa che invece succede, tanto per restare in Città metropolitana, a Bologna. Inoltre, nel capoluogo emiliano (come in tante altre realtà), i Photored sono segnalati anche in corrispondenza degli incroci, con un segnale ben visibile sul palo che sostiene la lanterna del semaforo. E non solo con dei cartelli di pericolo (è il caso di Imola) sistemati a diverse decine di metri dall’intersezione. Se a questo aggiungiamo anche le condizioni in cui si trovano alcuni di questi segnali, ecco spiegati la rabbia degli automobilisti e i dubbi della Procura. In via Marconi l’insegna è pressoché invisibile, girata com’è verso il marciapiede anziché la strada. E che dire di viale D’Agostino? Qui le foglie l’hanno completamente nascosta. Ma le multe sono scattate ugualmente.