L’Auser porta nuova vita a Spazzate Sassatelli

L’impegno dell’associazione ai confini di Imola

Imola (Bologna), la frazione di Spazzate Sassatelli (Foto Isolapress)

Imola (Bologna), la frazione di Spazzate Sassatelli (Foto Isolapress)

Imola (Bologna), 15 agosto 2014 - Il granoturco è alto e nei campi le cipolle sono già pronte per essere raccolte. Il cartello stradale indica che mancano 4 chilometri a Conselice, mentre Imola dista oltre 20. Le zanzare sono già agguerrite. «Quando ho visto Spazzate Sassatelli per la prima volta — racconta Giuliana Pigozzi, responsabile locale dell’Auser — ho pensato ‘Ma dove sono, nel Texas’?». Pigozzi veniva da Bologna con il marito, dopo una vita passata a lavorare in Regione e poi come psicologa dello sport. Con la pensione è arrivata anche la voglia di una realtà più piccola e vita di paese. Ma Spazzate, una frazione di circa trecento anime («ma di preciso non sappiamo quanti siamo») divisa fra le province di Bologna e Ravenna non si è presentato come il posto più facile per stringere rapporti. La gente non era abituata a socializzare. Un incrocio, un benzinaio, una banca e una trattoria. Il mondo, popolato un tempo da mondine e scarriolanti, finiva lì, fra la parrocchia, i campi, un mulino abbandonato nel cuore del paese, e case abitate per lo più da vedove o anziani.

Tutti problemi, ricorda Giuliana, che furono presentati all’allora candidato sindaco (al suo primo mandato) Daniele Manca. «Ero appena arrivata anche io — racconta— e ricordo della sua visita prima delle elezioni. Un signore del posto lo attaccò, in dialetto, dicendo che da Imola venivano solo per la campagna elettorale». Ma così, in realtà, non fu: Pigozzi, infatti, fu contattata dal nuovo sindaco poco dopo per tentare di dare un nuovo slancio alla frazione.

«Conobbi Roberto Visani — spiega — e poi Mauro Peppi di Auser: mi diede 300 euro per partire dicendomi “vedi tu”». E così Giuliana e il marito Romano Bonazzi si rimboccano le maniche. E, anche se cercano in tutti i modi di dire che non hanno fatto nulla di speciale, all’osservatore esterno non sfugge sicuro quanto abbia fatto l’Auser per questa frazione. «Non sapevo bene da che parte iniziare — continua Pigozzi —. Qui non c’è neppure il circolo del Pd, ma solo la messa delle 9.45. Così ho pensato di realizzare un giornalino con qualche ‘gossip’ di paese e organizzare tombolate». L’intuizione fu giusta perché oggi a quella tombola del venerdì partecipano in tanti. I locali dell’Auser, ricavati in una ex scuola, sono stati forniti e risistemati dal Comune («ci tengo tanto a ringraziarlo») e qui l’associazione, che ora conta oltre 60 iscritti, organizza un po’ di tutto. Particolare non da poco, offre una connessione wifi che permette di navigare in Internet.

La più grande battaglia vinta, però, è stata quella per aprire un piccolo negozio di alimentari in paese, rimasto sguarnito dopo la chiusura del forno. Era il 2012. «Abbiamo convinto la Banca di Imola — spiega Pigozzi — ad affittare un locale a fianco dove un tempo dormiva il medico condotto. Abbiamo trovato delle fornaie da Portonovo che tutte le mattine portano pane e pasta fresca: il negozio è aperto fino alle 11, ma per le persone anziane ha significato molto». Per il resto l’attività del gruppo è molto varia: spazia dai corsi d’inglese a quelli di informatica, che ha registrato un boom di iscritti: «frequenta anche un 87enne di Conselice».

Meno fortuna hanno avuto il burraco e il ballo, mentre molta gente viene alla festa di giugno, che chiude le attività annuali. Prezioso è il servizio medico: l’ambulatorio è attivo tutti i giovedì mattina. L’associazione organizza anche feste, il carnevale per i bambini. «A volte alle tastiere ci aiuta il cognato di Giuliano Poletti: è nato qui e alcuni parenti ci vivono ancora». «Bisognava dare una cultura sociale — tira le somme Pigozzi —. Era importante un messaggio: che, prima di andare a chiedere aiuto alle istituzioni, dobbiamo imparare ad aiutarci fra noi».