Gp, soldi e tifo per Monza. Così il Governo ha scaricato Imola

Dalla Regione ai parlamentari: città rimasta sola

Il Gran Premio

Il Gran Premio

Imola, 2 settembre 2016 - Il tweet con il quale Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, annuncia entusiasta la permanenza del Gp d’Italia a Monza («Ci abbiamo lavorato tanto, finalmente è ufficiale. Il lavoro di squadra, come in Formula Uno, paga!»), è stato visto come uno sgarbo istituzionale da molti in riva al Santerno. «Ma come, l’esecutivo non dovrebbe essere imparziale?». Anzi, a dirla tutta, il ragionamento collettivo è ancora più cinico e tipicamente nostrano: «Perché Renzi non favorisce Imola e l’Emilia-Romagna, da sempre guidate dal centrosinistra, anziché Monza e la Lombardia griffate Lega Nord?».

Eccolo qui l’equivoco di fondo che ha caratterizzato tutta la (vana) corsa dell’Enzo e Dino Ferrari al Gp d’Italia. Mentre da un lato il governatore lombardo Roberto Maroni sganciava assegni a sei zeri per il suo impianto, e l’Aci (socio di maggioranza del circuito brianzolo) faceva lo stesso con il benestare del governo, Imola rimaneva da sola nella sua battaglia contro i mulini a vento.

Dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, al di là delle (inevitabili) dichiarazioni di facciata non è infatti mai arrivato un sostegno convinto alla causa, e si è avuta la sensazione che a viale Aldo Moro stessero molto più a cuore le sorti del tracciato di Misano. Il deputato imolese Daniele Montroni, in ossequio alle direttive di partito, ha perfino votato «sì» alla Legge di stabilità che ha fatto piovere i milioni degli automobilisti italiani nelle casse monzesi, dando origine al ricorso di Formula Imola al Tar. E nemmeno il ‘nostro’ ministro Giuliano Poletti, pure lui in quota Pd, si è mai speso anche solo per una semplice battuta all’insegna di una sana partigianeria.

Il sindaco Daniele Manca, dal canto suo, per un po’ ci ha provato. Poi però è toccato al presidente di Formula Imola, Uberto Selvatico Estense, prima volare tra i circuiti di mezzo mondo nel tentativo di portare avanti un’impresa apparsa sin da subito disperata; e in seconda battuta gettarsi in una battaglia legale che ben difficilmente riporterà il Gp sul Santerno. A tal proposito, il Tar ha fissato per il 26 ottobre l’udienza per la decisione definitiva.

Chi esce vincitore da una telenovela durata quasi due anni? Il patron del Circus, Bernie Ecclestone. Perfino più di Monza. Da vecchio amante del «divide et impera» ha strizzato l’occhio a Imola, facendo alzare il prezzo ai lombardi. E alla fine li ha portati a svenarsi, strapagando tre edizioni del Gp 68 milioni, ben oltre le cifre circolate fino a ieri. Ma come è arrivata Monza, le cui difficoltà finanziarie sono note, a poter contare su una disponibilità economica tanto alta? Una parte grazie ai privati, certo. Ma soprattutto 20 milioni subito, e 70 nel decennio, da Regione Lombardia. Più una dozzina, esclusivamente per il 2016, dall’Aci. Avesse potuto contare solo su una piccola parte di quei soldi, oggi anche Imola avrebbe di nuovo la sua gara.