Motociclisti morti in pista, il pm chiede tre condanne

I fatti risalgono al 2010, quando persero la vita Tasselli e Nannini. Sul banco degli imputati Magnani, Sciacca e Ciarlariello: sono accusati di omicidio colposo

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Imola (Bologna), 24 ottobre 2014 – Nel processo in rito abbreviato davanti al gup Gianluca Petragnani, la Procura di Bologna ha chiesto le condanne a 3 anni e 4 mesi per Walter Sciacca, ex ad di Formula Imola, e Michele Ciarlariello, organizzatore delle prove libere sul circuito, 2 anni e 4 mesi per Simone Magnani, responsabile dell’ufficio tecnico dell’Autodromo.

I tre sono accusati di omicidio colposo, ritenuti responsabili delle morti, avvenute in pista a Imola nel 2010, dei motociclisti Alessandro Tasselli e Gabriele Nannini.

A Sciacca, così come agli altri due, i pm Antonello Gustapane e Manuela Cavallo contestano di non aver adottato, in virtù delle rispettive competenze, le necessarie cautele in pista sia per segnalare la curva a sinistra di novanta gradi della Variante bassa, sia per attenuare l’impatto di una possibile uscita di strada in quel punto. Omissioni che, sempre per l’accusa, avrebbero portato agli incidenti del faentino Tasselli (12 aprile 2010) e del lecchese Nannini (8 agosto).

In udienza ci sono state le requisitorie di Pm e parti civili ed è stato deciso un rinvio per la discussione delle difese. Le famiglie dei due motociclisti sono assistite dagli avvocati Ermanno Corso e Mara Ossani (Tasselli) e da Letizia Stagi (Nannini). Gli imputati da Simone Zambelli e Andrea Pascerini (Sciacca), Gabriele Bordoni (Magnani), Mirella Di Croce e Giangiorgio Plenario (Ciarlariello).