"Teleriscaldamento o gas metano? La differenza in tasca è irrisoria"

Esperimento del condominio, risponde Hera col direttore Ferraresi di Letizia Gamberini

Alcuni operai durante l’installazione delle tubature del teleriscaldamento

Alcuni operai durante l’installazione delle tubature del teleriscaldamento

Imola (Bologna), 22 luglio 2014 - Alla fine, nella partita fra il teleriscaldamento e il sistema a gas metano, la differenza di costi in quel condominio è veramente irrisoria. Questa, in sostanza, la replica che arriva da Hera dopo la presentazione pubblica dell’esperimento di Massimo Bolognesi. Ma che la grande centrale di cogenerazione imolese tirata in ballo dall’ingegnere (ex Wwf) contasse su altre utenze prima che il mercato immobiliare ed edilizio subisse il drammatico arresto che è sotto gli occhi di tutti, è innegabile.

Partendo dall’inizio, qualche giorno fa Bolognesi aveva riferito i dati emersi dal confronto fra i due servizi. Il consulente e certificatore energetico aveva preso in esame un condominio in zona Cappuccini, passato dal teleriscaldamento (annata 2012/2013) a un sistema a condensazione alimentato a gas metano (fra 2013 e 2014), evidenziando come il risparmio, nella nuova situazione, si aggirasse sul 36 per cento (oltre 4mila euro di differenza). I conti non tornano, però, al gestore Hera, come spiega Fausto Ferraresi (Direzione Teleriscaldamento). «Il confronto non è stato fatto su dati omogenei — esordisce il direttore —. Nel conteggio, infatti, incidono anche gli oneri. Quando si ha una caldaia con centrale termica vanno, insomma, considerati quei costi (come le manutenzioni, la reperibilità, le verifiche periodiche) che generano costi. Nel teleriscaldamento sono tutti già compresi nella tariffa».

Ma non solo. Secondo Ferraresi, infatti, nell’esempio presentato da Bolognesi va considerato «che le tariffe facevano riferimento a due annate diverse. Ma la bolletta di teleriscaldamento presentata in quell’anno era monomia. Nel frattempo, però, abbiamo fatto diventare molte tariffe binomie, con un risparmio di circa il 5-6%. Quindi, nei nostri conti la differenza evidenziata non supererebbe i 3.100 euro. E, considerando gli oneri di cui sopra, ci risulta una differenza totale di 43 euro. Questo dimostra che il teleriscaldamento è un competitor interessante e pensiamo di implementarlo». Ferraresi tocca anche un altro punto sollevato nell’incontro, quello delle tariffe del kilowattora. Secondo Bolognesi, Hera supera la media nazionale. «I numeri dell’Antitrust forniti — prosegue Ferraresi — fanno riferimento al periodo 2010-2012, ma le tariffe del condominio erano relative al 2013. E nel frattempo sono cresciute del 25 per cento. Il dato, quindi, non è realistico». E com’è? «Applichiamo tariffe seguendo l’andamento del costo del gas, come pubblicato sul nostro sito. E comunque siamo sempre pronti ad aprire tavoli e confronti».

Ma, bollette a parte, Bolognesi aveva posto il problema, non nuovo in verità, delle dimensioni e dell’efficienza della centrale di Hera, accesa cinque anni fa. «La nostra centrale offre performance in linea e non al 60 per cento come sostenuto. — prosegue Ferraresi —. I dati dicono che è una delle più efficienti in Italia e certificata Emas (il massimo livello a livello europeo) e le emissioni, soprattutto degli ossidi di azoto, sono particolarmente basse, anche rispetto alle normali caldaie. Al momento sono 5.900 gli utenti allacciati in città e la maggiorparte sono piccoli clienti». Forse, però, ce ne si aspettava di più. «Ovviamente — conclude Ferraresi —, dal 2008 l’edilizia si è fermata, così come è crollato il consumo elettrico industriale. Ma dopo questa fase la centrale sarà usata al suo meglio. Anche se non è un problema di utenze: semmai di calore disponibile. Per questo stiamo ragionando proprio adesso su come saturare il calore rimasto».

Letizia Gamberini