Sfiorati da un fulmine durante la maratona

Gli amici: "Sono esperti, escludiamo che abbiano sottovalutato le condizioni meteo"

Trekking (Foto di repertorio Olycom)

Trekking (Foto di repertorio Olycom)

Imola (Bologna), 28 luglio 2014 - "Stiamo bene, non preoccupatevi". Ormai stanchi di rispondere a telefonate di amici, parenti e giornalisti curiosi, i due imolesi appassionati di trekking che sulle Alpi vicentine sono stati colpiti indirettamente da un fulmine ci tengono a rassicurare tutti. Stanno bene al punto che uno dei due, Leopoldo Grilli, medico dentista, ieri pomeriggio era al mare a riposarsi con la famiglia, dopo che era stato dimesso dall’ospedale di Santorso, in provincia di Vicenza, al pari del suo amico e collega di disavventura Giorgio Bambini, psichiatra. Appassionati di trekking e scialpinismo, molto esperti, avevano colto l’occasione di gareggiare alla Trans d’Havet, una maratona di montagna che si corre sulle Piccole Dolomiti.

Una gara di cinquanta miglia (oltre ottanta chilometri), che parte alla mezzanotte per concludersi diverse ore dopo, alla fine di un saliscendi capace di suscitare emozioni fortissime. Ma fortissimo deve essere stato anche il temporale che si è scatenato tra venerdì e sabato, condito da un’infernale pioggia di fulmini che ha sorpreso tutti i podisti.

Ce n’erano trecento, in quella maratona, e non si deve pensare che tutti abbiano sottovalutato le pur cattive previsioni meteorologiche. Solo che un temporale così denso di fulminazioni nessuno lo aveva messo in conto, mentre tutti sanno che proprio le saette in montagna sono pericolosissime.

E dunque verso le 9,30 di sabato è giunto al quartier generale della maratona l’allarme, successivo alla comunicazione che visto il maltempo la corsa era stata annullata: due concorrenti erano stati colpiti da un fulmine. La macchina dei soccorsi si è messa in moto e la coppia è stata raggiunta e portata in ospedale.

Uno era praticamente illeso, l’altro riferiva di un intorpidimento alla parte destra del corpo. Nulla di veramente grave, fortunatamente. La scarica elettrica era piombata a terra a un paio di metri da loro, scaraventandoli lontano. Anche una terza maratoneta, in un differente luogo attraversato dalla corsa, era stata sfiorata da un altro fulmine; anche lei è stata soccorsa e portata in ospedale per accertamenti.

Chi conosce i due appassionati imolesi è sicuro che non abbiano commesso imprudenze; la corsa cui si erano iscritti si sviluppa su diverse ore, e va tenuto in conto che negli ultimi decenni i mutamenti del tempo sono diventati più repentini di una volta. Difficile quindi anche solo ipotizzare di poter essere colpiti da un fulmine. "E’ stata un’esperienza poco piacevole, ma siamo qui", dicono i due medici.