Il vescovo Ghirelli agli islamici: "Condannate le persecuzioni o lasciate l'Italia"

Inviata una lettera in cui si chiede una presa di posizione

Il vescovo di Imola, monsignor Tommaso Ghirelli (foto Isolapress)

Il vescovo di Imola, monsignor Tommaso Ghirelli (foto Isolapress)

Imola, 6 settembre 2014 - In quelle parole, forse, è racchiuso il pensiero di molti, in città e nel Paese. Ma quando quelle parole vengono pronunciate dal vescovo, bè ecco che la loro portata assume ben altra dimensione. Il tema in questione è quello dell’ondata di profughi in fuga dall’Africa, ma anche quello dei massacri messi in atto dei miliziani dell’Isis. Il vescovo di Imola, Tommaso Ghirelli, ha affidato il suo pensiero a una lettera pubblicata questa settimana sul Nuovo diario messaggero. Ma alcune sue frasi hanno destato turbamento. Il vescovo infatti chiede una presa di posizione pubblica, di condanna, da parte degli islamici nei confronti delle notizie che ogni giorno arrivano dai Paesi Arabi. E nel farlo, lancia come un ultimatum: se non lo fanno, gli islamici dovrebbero avere il coraggio di andarsene da Imola e dall’Italia

Parole forti, come carico di pathos è un altro passo della lettera rivolta ai politici: «Di fronte alle azioni armate dell’Isis, i popoli si appellano ai Governi e alle autorità internazionali. Il mio parere è che dobbiamo essere esigenti con loro, come le coraggiose mamme dei soldati russi. Uomini politici avete il dovere di proteggere e difendere non la supremazia, ma la vita e la libertà delle persone, altrimenti pagherete caro ogni silenzio e ogni atteggiamento di viltà». Quella richiesta alla comunità islamica locale di uscire allo scoperto, nonostante le possibili pressioni e minacce, pena il lasciare l’Italia, ha scosso diverse coscienze e il presidente della Casa della cultura islamica di Imola Mohamed Sabir ha deciso di rinviare all’11 settembre, giorno della commemorazione delle vittime dell’attentato alle torri gemelle di New York, ogni dichiarazione pubblica.

Abbiamo chiesto al vescovo di argomentare meglio quella sua richiesta, considerata da alcuni troppo forte. «Potrei ribaltare la domanda: perché è considerata troppo forte — replica —? Dobbiamo porcele queste domande, non si può sempre tacere. È necessario, ogni tanto, prendere delle posizioni. Nei casi a cui faccio riferimento, i terroristi fanno esplicito riferimento a fondamenti religiosi. Cristiani vengono uccisi ogni giorno e non possiamo star zitti. Comunque trovo positivo che il Grand Mufti dell’Arabia Saudita abbia fatto dichiarazioni di condanna dell’Isis».