Il primario Guglielmo Vicenzi va in pensione dopo vent’anni in Ortopedia

«Mi risulta sia già iniziato l’iter per nominare un facente funzioni in attesa del nuovo concorso»

Guglielmo Vicenzi, 66 anni, per vent’anni primario a Imola

Guglielmo Vicenzi, 66 anni, per vent’anni primario a Imola

Imola, 30 giugno 2016 – «Mi risulta che sia già iniziato l’iter per nominare un facente funzioni in attesa di fare un concorso per un nuovo primario». In una fase in cui si addensano le nebbie sul futuro dell’Ausl di Imola, sono parole rassicuranti quelle espresse dal direttore di Ortopedia Guglielmo Vicenzi, vicino alla pensione. La data X è il 21 luglio ma il pezzo da novanta del Santa Maria della Scaletta saluterà prima per esaurire le ferie. Tuttavia il suo non è un addio, bensì un arrivederci. «Probabilmente con Ortopedia avrò un rapporto di collaborazione a titolo gratuito al fine di ‘smaltire’ i pazienti ricoverati ed effettuare gli interventi più delicati. Almeno fino all’arrivo del nuovo primario».

Il 66enne originario di Finale Emilia – sulle spalle 20 anni di professione al Rizzoli, altrettanti a Imola -, di smettere di lavorare, non ne vuole proprio sapere. Dottore, le dispiace? Ride.

«Certo che sì. Ma andrò in una struttura accreditata convenzionata con l’Ausl di Imola e accompagnerò l’Ortopedia fino alla nomina del nuovo primario».

Quindi il primariato non sarà fagocitato da Bologna?

«Mi risulta che è partito l’iter per nominare un facente funzioni, in attesa del concorso. Mentre la rete clinica iniziata due anni fa con l’Istituto ortopedico Rizzoli verrà intensificata».

In che senso?

«Il direttore del Rizzoli, che ospita la Scuola di specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, ha proposto di inserire Imola nella rete formativa dei medici specializzandi. Ciò significa che, se andrà in porto il progetto, ogni anno una parte di specializzandi verrà dirottata qui».

Quindi l’Ortopedia imolese è considerata un’eccellenza a livello metropolitano, motivo per cui è rimasto fino alla pensione?

«A Imola è possibile lavorare con gli stessi mezzi del Rizzoli: sala operatoria aperta da mattina a sera e banca dell’osso sempre disponibile. Non sono cose da poco. E lo dimostra il fatto che nel 2015 questo reparto ha raggiunto la percentuale maggiore in Italia rispetto alle fratture del collo del femore operate entro le 48 ore».

Come vede il futuro l’Ausl?

«Attacchiamoci a Bologna, ma con un primario che abbia la capacità sindacale di difendere il reparto dalle prepotenze emiliane. Io entrerei in simbiosi con l’Università perché sono più i vantaggi che i svantaggi, ad esempio gli stimoli del personale a migliorare».

L’assessore regionale alla Sanità ha definito la fusione tra Imola e Bologna ‘un tema su cui ragionare’.

«Imola è pur sempre la seconda città in ambito metropolitano. Parlare di fusione vuol dire avere un unico amministratore, ma è chiaro che l’ospedale non può essere depotenziato in una città di 70mila abitanti».