Giovedì 18 Aprile 2024

"L'Italia bombarderà l'Iraq". Pinotti: "Valutiamo nuovi ruoli per nostri aerei"

Secondo il Corriere della Sera sono cambiate le regole d'ingaggio: gli aerei italiani in forza alla coalizione anti-Isis "nelle prossime ore" avranno l'incarico di bombardare in Iraq sulla base di accordi col comando Usa. Grillo attacca: "Mattarella dove sei?"

Caccia sull'Iraq (Afp)

Caccia sull'Iraq (Afp)

Roma, 7 ottobre 2015 - L'aviazione russa ha compiuto oggi intensi bombardamenti nelle province siriane di Hama e Idlib: lo riferisce l'Osservatorio siriano sui diritti umani. L'organizzazione non governativa, si legge su Le Figaro, ha ricevuto notizie del lancio di numerosi missili, nell'ambito di un intervento a sostegno del regime di Bashar al Assad.

 

IERI - Guerra all'Isis, cambiano le regole d'ingaggio, forse. Secondo l'anticipazione del Corriere della sera gli aerei italiani in forza alla coalizione anti-Isis "nelle prossime ore" avranno l'incarico di bombardare in Iraq sulla base di accordi col comando Usa. In serata il ministro della Difesa Roberta Pinotti è intervenuta per precisare il ruolo dell'Italia: "Stiamo valutando con gli altri partner ulteriori ruoli dei Tornado in Iraq". E non sono mancate le polemiche politiche sulla questione, con Beppe Grillo che ha attaccato il presidente della Repubblica Mattarella: "L'Italia non può entrare in guerra senza che prima non ci sia stato un dibattito parlamentare e un'approvazione da parte del presidente della Repubblica".

L'ANTICIPAZIONE - Secondo il Corriere ci sono a disposizione quattro Tornado, un aereo-cisterna e alcuni droni Predator non armati.  "La portata della partecipazione italiana cambia ora radicalmente con il via ai bombardamenti. I Tornado, configurati inizialmente per la ricognizione e l''illuminazione' degli obbiettivi, assumeranno le loro piene caratteristiche di cacciabombardieri e dunque colpiranno direttamente i bersagliindividuati in base alle nuove regole di ingaggio - si legge nell'articolo del Corriere della sera - Come fanno peraltro, in Iraq, gli aerei di Paesi ben più piccoli del nostro. Fino a nuovo ordine continueranno invece a non bombardare i tedeschi". La decisione di bombardare in Iraq e non in Siria - secondo il Corriere - è legata al fatto che il governo di Baghdad ha chiesto a Roma d'intervenire e questo fornisce una cornice legale all'intervento. 

PINOTTI -  "E' scontato che il ministero riferirà in Parlamento", ha ribadito in serata il ministro della Difesa Roberta Pinotti. L'Italia sta valutando con gli altri partner della coalizione messa in piedi contro l'Isis "ulteriori ruoli" dei Tornado in Iraq. Quando sarà il momento, il governo riferirà in Parlamento", ha aggiunto. Le valutazioni sull'uso dei velivoli vengono fatte, ha aggiunto Pinotti, "sulla base delle forze su campo, delle richieste della coalizione e delle richieste del governo iracheno. Si decidera'? Vedremo, ma oggi non abbiamo elementi. Il momento di decidere non è arrivato".

GENTILONI - Le fa eco il titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni: "L'Italia non ha preso nuove decisioni sull'uso dei nostri aerei in Iraq e se dovesse prenderle il governo non lo farebbe di nascosto ma coinvolgendo il Parlamento".

GRILLO - Anche il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, commenta le indiscrezioni lanciando però un attacco: "L'Italia non può entrare in guerra senza che prima non ci sia stato un dibattito parlamentare, un'approvazione da parte del Parlamento e un'approvazione da parte del Presidente della Repubblica". E attacca direttamente il presidente della Repubblica: "Mattarella dove sei? Pacifisti con le bandiere arcobaleno dove siete finiti? A girare le frittelle con Verdini e il Bomba (in nomen omen) alle feste dell'Unità?", si legge ancora nel post del suo blog. 

MATTARELLA: NO INIZIATIVE UNILATERALI - "È necessaria la collaborazione di tutti. Iniziative unilaterali non riescono a risolvere ed affrontare adeguatamente il problema. Occorre una collaborazione internazionale con strategie e azioni comuni". Lo afferma il presidente Sergio Mattarella in una intervista alla Tass parlando della minaccia del terrorismo fondamentalista.