Israele, grave italiano ferito all'addome negli scontri tra palestinesi e soldati

La Farnesina conferma il ferimento di un connazionale vicino a Nablus. Colpito dai soldati israeliani al petto e all'addome: sarebbe fuori pericolo

Nablus, scontri tra soldati e palestinesi (Alive)

Nablus, scontri tra soldati e palestinesi (Alive)

Tel Aviv, 28 novembre 2014  - Ferito in maniera grave un italiano di circa 30 anni, Patrick Corsi, dell'International Solidarity Movement, un'associazione di solidarietà verso i palestinesi. L'uomo è stato ferito all'addome in scontri avvenuti con l'esercito israeliano in un villaggio, Kafr Qaddum, nei pressi di Nablus in Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia palestinese Maan. La Farnesina conferma il ferimento di un connazionale: è in condizioni stabili e fuori pericolo. Il consolato italiano a Gerusalemme si è attivato fin dal primo momento per fornire tutta l'assistenza necessaria.

Si tratta di un attivista 30enne di Milano, che partecipava alle proteste contro l'occupazione israeliana. È stato colpito allo stomaco e al petto di diversi proiettili ed è "in condizioni critiche", ma stabili. Una fonte del villaggio ha riferito all'agenzia che l'italiano è stato trasferito in un ospedale di Nablus. Ha aggiunto che diversi palestinesi che protestavano sono stati intossicati dai gas lacrimogeni sparati dall'esercito israeliano.

Secondo il ministro della Sanità palestinese, Jawad Awwad: "Sparare munizioni vere all'indirizzo della parte superiore del corpo dei manifestanti è destinato a colpirli ed è un deliberato tentativo di omicidio". "Israele -ha proseguito il ministro- non fa differenza tra attivisti umanitari stranieri, palestinesi o anche giornalisti". Khaldoun Ishtewi, coordinatore media per le campagne pubbliche a Kafr Qaddum, ha riferito all'agenzia palestinese che l'italiano è stato ricoverato all'ospedale Rafidia di Nablus. 

L'esercito israeliano invece per ora non ha rilasciato commenti. A Kafr Qaddum si tengono ogni venerdì manifestazioni contro la chiusura della principale strada di collegamento tra il villaggio e la città più vicina, Nablus, appunto, e comunque più in generale per richiamare l'attenzione contro l'occupazione israeliana.