Mercoledì 24 Aprile 2024

Caso Iva, corsa contro il tempo. E il governo: tagli alle spese

Tesoro al lavoro sulle risorse per scongiurare l’aumento delle accise

Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan (Ansa)

Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan (Ansa)

Roma, 24 maggio 2015 - IL PUZZLE dei conti pubblici continua a cambiare forma. L’ultimo pezzo a spostarsi (o, meglio, a scomparire), è stato quello della reverse charge sull’Iva per la grande distribuzione: 728 milioni di gettito che non entreranno nelle casse dello Stato dopo lo stop della Commissione Ue. Dal Tesoro ostentano tranquillità: a differenza della tegola della Consulta sulle pensioni, la bocciatura in questo caso era ampiamente prevista. Inoltre, spiegano, si tratta di una cifra contenuta. Che però andrà individuata entro fine giugno per scongiurare l’aumento dell’Iva il primo luglio. I tecnici dell’Economia sono al lavoro per individuare la soluzione. Escludendo che si possa agire ancora sul deficit (il governo non è intenzionato a chiedere a Bruxelles ulteriore flessibilità per la reverse charge), sul tavolo ci sono diverse ipotesi: recuperare le risorse da micro-tagli all’interno dei bilanci dei ministeri o ‘ipotecare’ gli incassi della voluntary disclosure per il rimpatrio dei capitali.

Quest’ultima misura è già stata usata per 670 milioni a copertura di un decreto, ma il gettito previsto per quest’anno è superiore. Il problema è che non si tratta di un’entrata strutturale e, comunque, è verificabile solo in sede di assestamento di bilancio. Ma si fa largo anche una terza via: sfruttare le maggiori entrate che deriverebbero da una crescita maggiore rispetto a quella prevista nel Documento di economia e finanza. E, stando ai primi segnali del Pil (+0,3% nel trimestre) la stima dello 0,7% fatta dal governo potrebbe essere superata.

Certo non basterà per sterilizzare anche la maxi clausola (su Iva e agevolazioni fiscali) che è pronta a scattare dal 2016 e vale 16 miliardi. Per questo il governo accelera sulla spending review. I due nuovi Mr Forbici, Gutgeld e Perotti, sono al lavoro su 15 tavoli per individuare i tagli da presentare subito dopo l’estate: agevolazioni fiscali e incentivi alle imprese ma, soprattutto, partecipate e razionalizzazione del trasporto pubblico locale.

MA LE POTENZIALI mine non sono finite qui. Altri pezzi del puzzle rischiano di saltare per aria: il 26 maggio la Consulta dovrà decidere sull’aggio dell’8% chiesto da Equitalia sulle somme riscosse (vale 2-3 miliardi) e poi il 23 giugno sul blocco dei salari dei dipendenti pubblici. Una tegola (le stime variano dai 10 a i 15 miliardi) quest’ultima difficile da assorbire. Da Bruxelles poi si attende il giudizio sullo split payment, il provvedimento gemello della reverse charge sull’Iva per le imprese fornitrici della Pubblica amministrazione: scattato a gennaio, garantisce per il 2015 un miliardo di gettito. Pare che la scure europea in questo caso non stia per calare.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro