Lavoro, ok alla delega. Il Pd si spacca. Fmi: "Jobs Act va nella giusta direzione. Ma ora intervenire su pensioni e sanità"

Rapporto del Fondo Monetario Internazionale chiede un intervento sulla previdenza. E taglia le stime sul Pil

Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale (Olycom)

Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale (Olycom)

Roma, 18 settembre 2014 - La riforma del lavoro - e in specifico il nodo dell'eliminazione dell'articolo 18 - agita le diverse anime del Pd e ovviamente le parti sindacali. Anche perché l'enunciazione finora fatta dal Governo del Jobs act si presta a diverse interpretazioni. Intanto, pur con i maldipancia di molti, l'emendamento è passato in commissione Senato, e la riforma nel suo complesso sembra ricevere la 'promozione' del Fondo monetario internazionale.

OK IN COMMISSIONE - La commissione Lavoro del Senato ha approvato l'emendamento del governo che introduce il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti per le "nuove assunzioni" e apre la strada a modifiche dello Statuto dei lavoratori compreso l'articolo 18. La commissione ha subito dopo dato il via libera alla delega che al momento è calendarizzata per l'approdo in Aula tra martedì e mercoledì. Sel e M5S hanno abbandonato i lavori della commissioni prima del voto, Fi si è astenuta mentre i senatori appartenenti ai partiti di maggioranza hanno votato tutti a favore, compresi quelli del Pd nonostante qualche mal di pancia sull'emendamento del governo. "I nostri otto componenti del Pd hanno votato compattamente per il sì", afferma Anna Maria Parente, capogruppo del partito democratico in commissione Lavoro del Senato.

PROMOZIONE DEL FONDO MONETARIO - La riforma del lavoro del governo Renzi va nella giusta direzione. Così l'Fmi, che spiega che l'Italia deve ''muoversi rapidamente sulle riforme''. Bene l'idea di un ''singolo contratto di lavoro''. ''Con il 70% dei nuovi contratti a tempo determinato, ulteriore flessibilità ai margini fa poco per ridurre dualità e spingere investimenti''.

CAMUSSO - Ma il leader della Cgil, Susanna Camusso torna sull'idea di mettere in piedi una mobilitazione unitaria: ''Lo sciopero generale? Vedremo. Bisogna chiedere all'esecutivo se c'è ancora spazio per un confronto o se invece si preferisce percorrere scorciatoie", spiega a margine di un dibattito alla seconda festa provinciale della camera del lavoro di Pisa. Camusso, a Fornacette (Pisa), risponde alle domande dei giornalisti sulle polemiche innescate dal testo di riforma del lavoro presentato dal Governo: "Nei prossimi giorni ci incontreremo con Cisl e Uil e valuteremo quali saranno le nostre risposte alle scelte del Governo. La nostra priorità è e resta quella di superare la precarietà e il dualismo nel mondo del lavoro''.

ORFINI - "I titoli del jobs act sono condivisibili. Lo svolgimento meno: ne discuteremo in direzione, ma servono correzioni importanti al testo", scrive su Twitter il presidente del Pd Matteo Orfini esprimendo così una posizione che non mancherà di generare ulteriori polemiche proprio mentre i vicesegretari, Guerini e Serracchiani, hanno lanciato messaggi di fiducia per una posizione unitaria.

SERRACCHIANI - Debora Serracchiani non ha dubbi: "Sul ddl delega siamo vicini a trovare la quadratura sugli articoli più importanti e quindi arriveremo fino in fondo", dice parlando con i cronisti al termine della segreteria di oggi. "Può darsi - riconosce la vicesegretaria Pd - che non saremo tutti d'accordo ma questo non significa che non siamo in grado di trovare una sintesi da portare in Parlamento e dare agli italiani come il cambiamento che aspettano". "Abbiamo convocato la direzione, certo - osserva rispondendo alle sollecitazioni dei giornalisti - non perché l'ha chiesta Fassina ma perché si tratta di un tema importante e si discute nella nostra comunità, negli organismi di partito". "Il governo ha il dovere, l'onere e anche l'onore - dice ancora Serracchiani - di fare le proposte, il Parlamento di approfondire le discussioni e di avviare i percorsi legislativi e il Pd farà la sua parte per stimolare l'agenda del governo".

BERSANI - Interviene anche l'ex segretario Pier Luigi Bersani. "E' assolutamente indispensabile che il governo dica al Parlamento cosa intende fare nel decreto delegato sul lavoro, perchè si parla di cose serie". E aggiunge: "Io mi ritengo una persona di sinistra liberalepenso ci sia assoluta necessità di modernizzare le regole del lavoro dal lato dei contratti e dei servizi. Ma leggo oggi sui giornali, come attribuite al governo, delle intenzioni ai miei occhi surreali. In alcuni casi si descrive un'Italia come vista da Marte". Poi spiega: "E' ora di poter discutere con precisione cosa intendiamo quando diciamo che bisogna superare il dualismo e l'apartheid nel mercato del lavoro, quando diciamo che bisogna estendere le tutele universalistiche, quando diciamo che bisogna tenere, nella crisi, in equilibrio i rapporti di forza tra capitale e lavoro. Sono cose basiche per un Paese".

"Io vorrei ricordare - prosegue l'ex segretario del Pd - che in tutta Europa, in Inghilterra, in Francia, in Germania, esiste, ancorchè non obbligatoria, la reintegra. Quindi non raccontiamoci cose che non esistono". A proposito poi dell'ipotesi di abolire l'articolo 18 per decreto, Bersani osserva: "Il governo deve chiarire quali sono i contenuti precisi, perché l'emendamento che è stato presentato, sulla carta, lascia aperta qualsiasi interpretazione. Leggo oggi sui giornali come attribuite al governo delle interpretazioni che secondo me vanno chiarite. L'abolizione della reintegra è uno degli aspetti, non è il solo".

POLETTI - "Non è previsto che facciamo correzioni sul testo", ga intanto dichiarato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Insomma, la questione del reintegro per i licenziamenti discriminatori "non è mai stata in discussione".

BONANNI - Nei prossimi giorni il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni incontrerà quello della Cgil, Susanna Camusso per "discutere il da farsi". "Spero che il Jobs Act assorba tutte le truffe offerte ai giovani e abolisca tutte le false partite Iva", ha detto Bonanni."La questione vera per il Paese è rimettere al centro l'economia e il lavoro".

SUMMIT SUL LAVORO L'8 OTTOBRE A MILANO - Il prossimo 8 ottobre a Milano si terrà la conferenza a livello di capi di Stato e di governo sul lavoro, decisa nelle conclusioni del Consiglio europeo straordinario dello scorso 30 agosto.