{{IMG_SX}}Macerata, 2 novembre 2007 - Nella nostra provincia la popolazione diabetica stimata si aggira attorno ai 15-20 mila pazienti. Numeri allarmanti, così come i danni provocati all’organismo: cecità, neuropatie, ulcere, insufficienza renale e malattie cardiovascolari.

 

Il diabete è una malattia subdola, strisciante, che sa nascondersi per molto tempo prima di manifestarsi. Un male che rende dipendenti da insulina e farmaci, condizionando pesantemente lo stile di vita di chi ne è colpito. La diagnosi più frequente riguarda il diabete di tipo 2.

 

"Quello che oggi sappiamo — dice Gabriele Maolo, responsabile del Centro di diabetologia, dietetica e nutrizione clinica della Asur 9 di Macerata — è che possiamo combattere efficacemente questa patologia prestando attenzione a poche e semplici cose: la quantità e la qualità di ciò che mangiamo e il rispetto di quella regola dei 10 mila passi al giorno, che significa semplicemente imporsi una regolare attività fisica".

 

"Attualmente nell’archivio informatizzato della nostra unità operativa sono registrati 4.781 pazienti, quasi equamente divisi tra maschi e femmine. Di questi, 1.369 sono in terapia insulinica". Ad essi vanno aggiunti i dati della Asur 10 di Camerino dove opera Giulia Cartechini, con 2.500 pazienti registrati di cui il 35 per cento in terapia insulinica. Nella Asur 8 di Civitanova Gianni Morico gestisce una situazione analoga con 2.600 pazienti iscritti e circa il 30 per cento in terapia insulinica.

 

"Negli ultimi anni — continua Maolo — il nostro impegno professionale è stato rivolto verso una capillare educazione sanitaria centrata su quella che chiamiamo 'la conta dei carboidrati', in modo da avere una maggiore e più consapevole gestione dell’alimentazione con la possibilità, per alcuni pazienti, di utilizzare un microinfusore per insulina in grado di liberare dalla schiavitù di somministrazioni multiple quotidiane".

 

Non solo. Da molti anni l’Unità operativa di Diabetologia di Macerata segue un progetto riguardante il rapporto tra diabete e maternità sia con le pazienti che sviluppano la malattia durante il periodo gestazionale che per le tante che hanno contratto il diabete da bambine e che ora, diventate adulte, devono affrontare il difficile e impegnativo periodo della gravidanza.

 

Come sempre le raccomandazioni mediche sono rivolte a un controllo preventivo. Il diabete — ammonisce Maolo — non si vede e non si sente, la glicemia provoca disturbi solo quando è molto elevata, per cui è possibile essere diabetici senza mai accorgersene. Ma nel tempo gli alti zuccheri nel sangue danneggiano occhi, reni, nervi, cuore e piedi. Tutto questo potrebbe essere evitato misurando la propria glicemia e valutando il proprio rischio attraverso alcuni semplici test".