{{IMG_SX}}Macerata, 9 aprile 2008 - "Ringrazio il Carlino che ha sollevato il velo sul Traforo del Cornello, informando la popolazione su una vicenda che si tende a tenere sotto silenzio e a dimenticare, ma che, invece, non può essere dimenticata". Gian Luca Chiappa, presidente della Comunità di San Severino, commenta la nostra iniziativa volta a fare luce su una situazione che si trascina, senza esito, da anni.

 

Qual è la vostra posizione? "E’ molto chiara. Il traforo del Cornello è un’incompiuta e, in quanto tale, va completata. Compito che spetta agli enti interessati, che non possono certo ignorare la situazione". Sì, ma nessuno si muove. E, allora? "Stiamo aspettando che si svolgano le elezioni e, quindi, il nuovo Governo. Appena l’esecutivo sarà nel pieno delle sue funzioni, la Comunità montana si farà carico di stabilire immediatamente i contatti con gli uffici competenti per sbloccare al più presto la situazione. Perché deve essere chiaro che l’opera va completata, al di là del tempo che sarà necessario. Di danni ce ne sono stati a sufficienza".

 

Un bel po’ di soldi in fumo… "Oltre ai danni relativi ai denari spesi per una parte di opere non uitilizzabili, voglio sottolineare come il danno maggiore, direi incalcolabile, è quello subito dal territorio per la mancata realizzazione del traforo e, perciò, di un’arteria di attraversamento veloce tra Marche e Umbria. Molte imprese avrebbero potuto insediarsi nei diversi Comuni della valle, ma hanno poi deciso di non farlo. E questo, per una realtà troppo spesso dimenticata, ha rappresentato una pesante penalizzazione. E, poi…"

 

E, poi? "Non voglio fare polemica. Ma è un dato di fatto, una constatazione che la viabilità da Passo di Treia fino all’alta valle del Potenza è la stessa di cinquant’anni fa: mi muovo sulle stesse strade usate da mio nonno. Sono passate tre generazioni e non è successo niente. Le incompiute vanno finite, non abbandonate".