Affitti, un affare da 338mila euro. "Tagliamo le spese, altro che Roma"

Comune: incassi sostanziosi da bar e negozi, uscite quasi solo per le scuole

Il trasloco dell’ufficio comunale dei tributi (foto Pierpaolo Calavita)

COMUNE DI MACERATA, TRASLOCO DEGLI UFFICI DELLE ENTRATE E TRIBUTI, 01/02/16

Macerata, 9 febbraio 2016 – «Macerata non è Roma». L’amministrazione fa il quadro degli immobili comunali, prendendo innanzitutto le distanze da quanto accaduto nella capitale, dove si danno in affitto appartamenti per 10 euro al mese. «La cosiddetta Affittopoli non ci appartiene – fa il punto Narciso Ricotta, assessore con delega al patrimonio –. Gli immobili destinati a scopo commerciale, artigianale e simili li diamo in locazione tramite bandi o aste a rialzo, secondo standard stabiliti dall’Agenzia delle entrate». Tra i contratti d’affitto più pesanti ci sono il Caffè Centrale (15.500 e 28.271 euro l’anno per i due locali in piazza della Libertà), il Quanto Basta in via Gramsci (6.460 euro), il negozio Talmone in corso della Repubblica (25.365 euro), il bar del tribunale (27.175 euro), il bar del Lauro Rossi (4.136 euro).

In totale, sul fronte degli immobili dati in affitto, il Comune l’anno scorso ha incassato circa 338mila euro. La cifra più alta in assoluto è quella sborsata dall’Apm per gli uffici di via Pannelli: oltre 109mila euro. In alcuni casi, è il Comune a «pagarsi da solo», o quasi, ricevendo piccolissimi contribuiti dagli affittuari. «È il caso ad esempio degli appartamenti in via Micozzi Ferri e di vicolo Cassini – specifica Ricotta –: all’anno percepiamo, per il primo 850 euro, per il secondo 205 euro. Qui i dati dei conduttori restano anonimi, si tratta infatti di soggetti svantaggiati o che hanno un disagio sociale certificato, non solo a livello di reddito, ma di difficoltà in senso lato. Sono gestiti dai servizi sociali». Particolari problemi nell’affittare certe proprietà? «Non ce ne sono – dice l’assessore –, a oggi riusciamo a piazzarle tutte sul mercato. E comunque la maggior parte serve allo stesso Comune, diamo in affitto più che altro i locali a destinazione commerciale».

Sul fronte delle uscite, il Comune l’anno scorso ha sborsato circa 420mila euro: la parte del leone la fanno le scuole di via Panfilo. L’Ircr riceve dal Comune, per i complessi della scuola elementare e scuola media Convitto, circa 320mila euro l’anno. Alcuni contratti, nel corso del 2015, sono cessati, per esempio quello con «Lema sas di Capodimonte I&C» (una spesa annua di 16.991 euro) e quello con la società Adriatica Costruzioni Murri (una spesa annua di 40.812 euro). «Ma il Comune sta andando nella direzione dell’eliminazione totale, se sarà possibile, degli affitti di proprietà altrui. Puntiamo ad essere autosufficienti, utilizzando esclusivamente gli immobili che sono nostri. Una riduzione è già iniziata». E Ricotta annuncia, a proposito, l’acquisto della scuola di via Panfilo da parte dell’amministrazione. «Abbiamo portato una delibera in Consiglio qualche mese fa proprio su questo – sottolinea Ricotta –. Così andiamo a risparmiare quell’affitto».