Giovedì 18 Aprile 2024

L'assalto dei banditi

Roberto Fiaccarini

Roberto Fiaccarini

Macerta, 21 dicembre 2014 - Siamo nel mezzo di un vortice di furti e rapine che ci fa sentire sotto assedio nelle nostre case. Capitò pure tra il 2011 e il 2012, quando i banditi alzarono il tiro irrompendo anche nelle ville di Cesare Paciotti e dell’ex campione di motociclismo Franco Uncini. Ci scappò anche il morto: il ladro ucciso dal consulente aziendale recanatese Stefano Terrucidoro nella notte del 25 dicembre 2011, che si difese dall’assalto alla sua abitazione.

L’altro ieri, invece, a Civitanova ha rischiato la vita un fisioterapista che tornava del lavoro e si è schiantato con un ladro che scappava dalla polizia su un’auto rubata. Proprio a Civitanova, epicentro della nuova ondata di criminalità, furti e rapine hanno mandato in tilt anche la politica, che è finita sotto accusa (in modo oggettivamente esagerato) e però ha reagito in maniera scomposta: mesi fa il vicesindaco Giulio Silenzi, fidandosi troppo dei dati ufficiali, definì percezioni i ripetuti allarmi lanciati da parte della città; più recentemente il sindaco Tommaso Corvatta ha invece chiesto rinforzi, e infine il presidente del consiglio comunale Ivo Costamagna ha invocato l’intervento dell’esercito. Ma uno degli aspetti più significativi di questa escalation di criminalità è la distanza siderale tra la percezione di insicurezza dei cittadini e la risposta della giustizia.

E se finora quello delle scarcerazioni facili e delle pene lievi era un argomento dal sapore demagogico e semplicistico, confinato nelle polemiche da social network, ora a sdoganarlo è il procuratore Giovanni Giorgio. Intervistato, è lui stesso ad aprire un fronte di polemica con i giudici invocando meno buonismo. Non si tratta, a suo avviso, di un problema generale di legislazione non all’altezza di una situazione di emergenza, ma c’è in sostanza un «caso Macerata». Il caso di un tribunale buonista, propenso a concedere attenuanti a pioggia piuttosto che a dare concretezza al concetto di legalità. Argomenti finora solo bisbigliati, almeno negli ambienti della giustizia, e che ora il procuratore inserisce finalmente in un dibattito aperto. Parliamone, dunque, perché la terra delle armonie sta pericolosamente diventando il Bengodi dei banditi