Autobus, il rincaro è servito. "Tagli scaricati sui cittadini"

Biglietti e abbonamenti in rialzo. L’ira dei sindacati

Una passeggera oblitera il biglietto

Una passeggera oblitera il biglietto

Macerata, 2 settembre 2015 - Aumenta il costo dei biglietti di autobus e pullman. Il rincaro è stato deciso venerdì dalla Regione, dopo il taglio di 10 milioni di euro del Fondo nazionale dedicato al settore. La giunta regionale ha approvato una delibera che prevede una forbice che, per i biglietti di corsa semplice, potrà andare dai 10 centesimi della prima fascia (percorsi urbani ed extraurbani fino a sei chilometri) e i 35 della nona. Adeguamenti proporzionalmente analoghi sono previsti per gli abbonamenti settimanali, mensili e annuali.

L’Apm, per quanto riguarda il trasporto urbano di Macerata, ha già deciso gli adeguamenti: il prezzo del biglietto di corsa semplice valido per un’ora passa da 1,15 euro a 1,25; l’abbonamento settimanale passa da 10,40 euro a 11,30; il mensile da 27,60 a 30; l’abbonamento studenti per 9 mesi da 193,20 a 210 euro; l’abbonamento annuale da 276 a 300 euro. Alcune tipologie non toccate dalla delibera regionale restano invariate: sono il carnet da dieci biglietti, che rimane a dieci euro, il biglietto valido per due ore che resta a 1,40 euro, il biglietto ceduto a bordo sempre a 2 euro.

Contro i rincari protestano le segreterie regionali di Cgil, Cisl, Uil, che «considerano inaccettabile la decisione di aumentare del 10 per cento le tariffe dei biglietti del trasporto pubblico. Tale aumento, che segue quello del 2013 – sempre del 10 per cento, - non può essere definito «adeguamento» in quanto non è giustificato da alcun significativo aggravio dei principali costi per le imprese, come quello del personale e del costo del gasolio, né tanto meno quello dell’inflazione sotto l’1 per cento; anzi, quello del gasolio nell’ultimo anno ha avuto una riduzione di oltre l’11 per cento per un risparmio complessivo per il sistema delle imprese stimabile in circa 1,5 milioni di euro. Quanto al pericolo, paventato dalla Regione, di perdere la propria quota di riparto del Fondo nazionale legata al soddisfacimento di una serie di parametri (circa 10 milioni di euro), va precisato che il loro probabile mancato raggiungimento non può essere considerato “un fulmine a ciel sereno”, perché tali parametri sono stati introdotti con un Dpcm del 2013, ma semplice incapacità di agire sull’efficientamento».

«Ancora una volta, le difficoltà del trasporto pubblico vengono scaricate sui cittadini». Cgil, Cisl e Uil considerano «non più rinviabile una profonda riorganizzazione del sistema che garantisca efficienza del servizio e razionalizzazione delle risorse a partire dal superamento di sovrapposizioni improduttive, attraverso l’unificazione dei bacini territoriali e una effettiva aggregazione della gestione».