Il binario morto

Roberto Fiaccarini

Roberto Fiaccarini

Macerata, 14 settembre 2014 - Salire sulla littorina che da Macerata conduce a Civitanova è molto più che fare un viaggio. E’ piuttosto un viaggio nel tempo, un tuffo nel passato che solo qui da noi è possibile, perché altrove la modernità dei nuovi treni ha spazzato via il fascino dei convogli di una volta. Bisognerebbe farne un’attrazione turistica e magari chiamare gli alunni delle scuole per mostrare loro come viaggiavano i padri e i nonni. Intanto, i poveri pendolari che si ostinano a fare su è giù per la provincia utilizzando la ferrovia, si sono probabilmente rassegnati a disagi, ritardi, guasti, corse soppresse e via dicendo.

Difficile capire con chi debbano prendersela, se non genericamente con una buona fetta della nostra classe politica degli ultimi lustri. Quella che da Civitanova porta a Fabriano passando per Macerata è l’unica tratta non elettrificata delle Marche: la cenerentola dei treni. Con più lungimiranza, anche gli ascolani hanno fatto meglio di noi: con 11,2 milioni di euro, dei quali 9 e mezzo della Regione, loro l’elettrificazione l’hanno fatta e quello che sembrava un binario morto, da Ascoli a San Benedetto, è rinato. Perché sulla linea elettrificata corrono ora treni nuovi, si chiamano «Jazz». Per capire le differenze con la nostra littorina, i «Jazz» sono moderni convogli con collegamento wi-fi, climatizzazione di ultima generazione, con pedane d’ingresso utilizzabili anche dai disabili, illuminazione a led e via dicendo. Un altro mondo, insomma. Noi siamo fermi alla chiacchiere, che ci hanno accompagnato per anni. 

Senza andare troppo indietro nel tempo, in occasione della festa per i 120 anni della Civitanova-Albacina (nel 2008) l’assessore regionale Pietro Marcolini annunciò che Regione e Ferrovie stavano studiando l’elettrificazione della linea maceratese: un primo passo — disse — verso la metropolitana di superficie. Ecco, la mitica metropolitana di superificie che ha occupato dibattiti e incontri ad alto livello, e che portò anche allo studio del professor Antonio Calafati, commissionato da Provincia, Camera di commercio e Fondazione Carima: a tal proposito, sempre nel 2008, Giulio Silenzi, allora presidente della Provincia, annunciò: «Darò un incarico per trasformare in progetto esecutivo l’idea della metropolitana di superficie». Di frasi come queste sono pieni gli archivi. I fatti, invece, sono palesemente mancati.

Siamo ultimi nelle Marche, dicevamo. Ma non solo, basta allargare un po’ lo sguardo: persino la ferrovia che, in Abruzzo, va da Sulmona a Oricola-Pereto (non Manhattan) è elettrificata.  La colpa, in vicende di ampio respiro come questa, è di tutti e di nessuno, nel senso che gli errori commessi hanno fin troppi padri. Ci consoleremo, nel 2015, con nuovi treni diesel che cambieranno un po’ la situazione, ma non certo il giudizio complessivo sulla scarsa capacità della classe politica e dirigenziale nel disegnare un pezzo di futuro di questa provincia.