Biogas e mazzette, speculazione sull'agricoltura: "Schiacciate le vere imprese"

Affari milionari, Coldiretti: poteva essere il rilancio del settore

Assuero Zampini (foto Calavita)

Assuero Zampini (foto Calavita)

Macerata, 20 luglio 2014 - «Noi non siamo mai stati contro la produzione di energia da fonti rinnovabili. È chiaro però che devono essere piccoli impianti non speculativi e connessi alle imprese agricole, cioè dovrebbero funzionare con gli scarti e non utilizzare produzioni da destinare agli allevamenti o al cibo». Sono le parole del direttore della Coldiretti Assuero Zampini, che interviene sul discorso biogas dopo la conclusione dell’inchiesta della Guardia di finanza di Ancona ‘Green profit’ (VIDEO): 20 gli avvisi di chiusura indagine inviati a imprenditori, funzionari regionali e tecnici per corruzione, abuso d’ufficio, falsità ideologica, truffa ai danni dello Stato, illeciti urbanistici e ambientali.

In sostanza secondo Coldiretti si è persa, nella realizzazione di questi impianti, quella che era l’idea ispiratrice della legge, cioè collegare la produzione di energia all’agricoltura. E si è lasciato il campo alla speculazione. «Gli impianti di grandi dimensioni — spiega Zampini — si sono messi in concorrenza con la vera agricoltura, e grazie agli incentivi incassati, hanno sottratto il terreno alle imprese agricole inflazionando l’affitto. Oltretutto in questo caso grande superficie vuole dire bassa occupazione, perché di fatto per coltivare 500 ettari di terra da destinare al biogas basterebbe una persona. Senza considerare che se la materia prima arriva da centinaia di chilometri di distanza, qual è il vantaggio in termini ambientali? Alla fine si produce lo stesso Co2, ma in forma diversa, quindi gli incentivi sono soldi buttati. Così ci si rende conto di quella che è stata una sottrazione di ricchezze che potevano essere utilizzate per i piccoli impianti e per rilanciare l’agricoltura».

E parliamo di un sacco di soldi. Basti pensare che un impianto da un megawatt, come i sette che sono finiti nel mirino della procura di Ancona, realizzato prima del 31 dicembre 2012 (quando gli incentivi erano alle stelle) avrebbe fruttato qualcosa come 31milioni di euro in 15 anni. Per questo si parla di una vera e propria corsa all’oro da parte di società che con l’agricoltura c’entrano davvero poco.

«La colpa della politica — conclude Zampini — è che spesso si dimentica di approvare i regolamenti dopo aver approvato le leggi. Nel 2002 il legislatore introdusse la legge che collegava la produzione di energia all’attività agricola. L’idea era giusta e Coldiretti l’ha fortemente voluta, perché in quel modo si sarebbe dato alle imprese agricole la possibilità di sviluppare la filiera dell’energia alternativa. Il punto è che il regolamento attuativo della legge è stato approvato solo 10 anni dopo, e per di più in maniera errata rispetto al principio ispiratore, tanto che la speculazione si è subito inserita per approfittarne. A volte insomma, sembra proprio che la politica non si dimentichi per caso».