Botte alla moglie e ai figli se provavano a difenderla

Cingoli, trentenne condannato a quattro anni di reclusione

Maltrattamenti (foto di repertorio)

Maltrattamenti (foto di repertorio)

Cingoli (Macerata), 25 giugno 2016 – Pestata, insultata, minacciata con un coltello. E’ quanto avrebbe subito una donna, e con lei i figli, aggrediti con brutalità soprattutto se provavano a difendere la madre. Per questo un uomo di trent’anni, originario dell’Albania, ieri è stato condannato a quattro anni di reclusione.

I fatti sono successi a Cingoli fino al 2014. A raccontarli era stata la donna, spaventata e preoccupata dopo le continue violenze subite. Aveva parlato degli scatti d’ira, delle ripetute minacce di morte, fatte con un coltello e altri strumenti del genere, e delle botte, i cui lividi non erano sfuggiti a tanti amici e conoscenti che l’avevano incrociata dopo quegli episodi.

I bambini non erano sfuggiti alle violenze. In particolare in una circostanza la piccola, di 5 anni, era stata presa a bastonate alle gambe e alle braccia, trascinata a terra per i capelli al punto da strapparle una ciocca estesa di capelli. Ieri per l’albanese si è chiuso il processo, in tribunale a Macerata. Per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni, il giudice Giovanni Manzoni gli ha inflitto la condanna a quattro anni di reclusione, accogliendo la richiesta del pubblico ministero (avvocato Stefano Lanari). L’imputato, difeso dall’avvocato Odette Frattarelli, potrà però fare appello.