Bregovic suona e canta: lo Sferisterio si scatena

Macerata, pubblico in estasi per la musica balcanica. E alla fine tutti a ballare

Lo Sferisterio balla con Bregovic (foto Calavita)

Lo Sferisterio balla con Bregovic (foto Calavita)

Macerata, 25 luglio 2016 – Li ha fatti alzare in piedi tutti, alla fine. Il re della musica balcanica, come sempre nel suo completo bianco, ha incantato il pubblico dello Sferisterio, lo ha commosso, lo ha fatto cantare e ballare (VIDEO). Un Goran Bregovic così non si era mai visto: all’Arena ieri sera ha sfoggiato una formazione dell’orchestra inedita, e ha regalato a Macerata uno show in esclusiva, con cui si è aperto il Festival Off.

Sul palco, il musicista e compositore di Sarajevo si è esibito per oltre due ore e mezzo accompagnato da un coro tradizionale serbo di voci femminili, oltre che dai 20 elementi della Wedding and funeral orchestra: percussioni, chitarra elettrica, quartetto d’archi, fiati gipsy e cori per dar vita a quel mix speciale di melodie che è il frutto dell’incontro di tradizioni cattoliche, musulmane e ortodosse. Ha anche presentato in anteprima alcuni brani del nuovo progetto «Three letters from Sarajevo».

Verso la fine, a gran richiesta del pubblico, la band ha risposto con «Kalashnikov», uno dei brani più celebri di Bregovic, preceduta da uno squillo di tromba stile militare e dal grido del pubblico che si è andato a unire a quello del compositore: «All’attacco». Due grandi gruppi di spettatori hanno seguito l’intero concerto ballando ai lati dello Sferisterio, ma alla fine tutti, compreso il sindaco Romano Carancini e il direttore artistico del festival Francesco Micheli, non hanno resistito e si sono alzati per ballare e applaudire.

Bregovic è famoso anche per il felice sodalizio con il regista Emir Kusturica, autore di film, come Underground, di cui ha firmato la colonna sonora. «Non proseguirò con il cinema – annuncia, però, Bregovic, in un italiano sciolto, all’aperitivo agli Antichi Forni, ieri pomeriggio -, non fa per me». E non si risparmia neanche sulla lirica. «Sempre meglio un’orchestra gitana stonata che una Madame Butterfly imbalsamata dalla routine», dice, nelle settimane in cui a Macerata vanno in scena le tre opere della stagione. Ma del resto, per dirla alla Bregovic, «per essere normali, bisogna essere un po’ folli».