Macerata, 5 aprile 2011 - Chiesanuova, splendida frazione di Treia, rovinata dai pannelli solari che la circondano! Già, 14 ettari sono stati utilizzati per i pannelli fotovoltaici e si pensa di utilizzarne altri 12 senza considerare gli altri sparsi nei dintorni. Noi, treiesi di Chiesanuova, siamo molto preoccupati perché, nonostante il fotovoltaico sia considerato un’energia pulita, il paesaggio verrebbe completamente deturpato. Non possiamo immaginare, affacciandoci dalle finestre, di vedere, invece di campi coltivati, alberi e vigneti, un’immensa distesa di specchi che non ha nulla di agreste.

 

I cittadini sono favorevoli al fotovoltaico sui tetti degli edifici e delle fabbriche, ma non nella campagna che è stata lavorata dai nostri nonni con amore e sacrificio. Per questo hanno appeso degli striscioni di protesta ai balconi delle loro case. "Troppa tecnologia distrugge l’ambiente". Queste sono le parole che circolano dall’inizio dell’anno nella piccola frazione.

 

Come mai questa tecnologia si è diffusa cosi tanto e in così poco tempo? Si può distruggere l’ambiente per denaro? E perché le associazioni ambientaliste non dicono e non fanno nulla? Possiamo capire la scelta del fotovoltaico da parte degli agricoltori, visto che l’agricoltura, diventando la 'cenerentola' dell’economia, non rende più come una volta; concedono i loro terreni per installare impianti fotovoltaici perché questi pannelli portano molto denaro nelle loro tasche, a differenza del grano e di tutti gli altri prodotti della terra. Così appendono la zappa al chiodo. Ma come sarà il paesaggio che ci circonda tra dieci anni? E soprattutto che cosa mangeremo in futuro, elettricità a basso costo? Non vorremmo diventare tanti piccoli Eta Beta, l’assistente di Archimede Pitagorico.