Causa lunga vent’anni con la Regione, la Provincia vuole quasi 12 milioni

Macerata, contributi per i lavori sulle strade: nuova delibera dopo il rimpallo tra tribunali

Il presidente della Provincia Antonio Pettinari

Il presidente della Provincia Antonio Pettinari

Macerata, 6 maggio 2016 – «A decorrere dall’esercizio 1960-61 lo Stato corrisponderà alle Province per ciascun chilometro di strada comunale o di bonifica classificata tra le provinciali successivamente all’entrata in vigore della legge 12 febbraio 1958, numero 126, un contributo annuo di lire 300mila (oggi 154,94 euro, ndr), a titolo di concorso nelle spese di manuntenzione ordinaria». È l’articolo 10 della legge 1.014 del 1960, preistoria buona per ogni stagione, lo stesso in base al quale oggi come vent’anni fa la Provincia rivendica dalla Regione il pagamento di contributi pari a 10.298.342,34 euro, e soltanto fino al 2008.

Già, perché se nel conto si mettesse anche «l’estensione delle strade provinciali dal 2009 al 2015 (1.592.004,75 euro)», si arriverebbe alla somma di 11.890.347,09 euro. Alla faccia della riforma Delrio e delle Province morte e sepolte. Macché. Con la delibera numero 62 la giunta di Antonio Pettinari ha deciso di continuare un braccio di ferro con la Regione che va avanti da vent’anni. Era il 1995 e l’allora Provincia (incarico all’avvocato Carassai) portò in tribunale (civile) la Regione per «ottenere quanto dovuto a titolo di contributo per la manutenzione delle strade provinciali», 4 miliardi e 471 milioni (più spiccioli vari) delle vecchie lire alla data del 31 dicembre 1993. In tribunale la Regione sollevò un’eccezione in via pregiudiziale relativa al difetto di giurisdizione del giudice e dieci anni dopo, con sentenza 708 del 2005, il tribunale di Ancona le diede ragione, sostenendo che semmai avrebbe dovuto occuparsene il tribunale amministrativo.

L’anno dopo la Provincia propose ricorso in appello e tra un rinvio e l’altro, «nel tentativo di cercare una soluzione transattiva a cui non si è mai pervenuti», sono passati altri dieci anni. Venti in tutto, con un colpo di scena finale. Perché la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza del tribunale di Ancona, «dichiarando che la posizione creditoria della Provincia di Macerata è di diritto soggettivo perfetto e la giurisdizione del giudice adìto è stata correttamente individuata dalla Provincia nel tribunale di Ancona». Come non detto: si ricomincia daccapo. E così adesso la Provincia torna a battere cassa, riprendendo la causa senza che ciò precluda la possibilità di «continuare a ricercare una bonaria soluzione della vertenza». Sì, ma intanto il conto è lievitato. Sono 5.739.291,52 euro per le manutenzioni dal 1979 al 1993, 2.375.586,73 dal 1994 al 2001 e 1.981.463,12 dal 2002 al 2008. Totale: 10 milioni e 298mila euro. Fino al 2008.

«È una vecchia vertenza avviata negli anni Novanta dalle Province delle Marche relativa ai servizi sanitari e alla manutezione stradale – spiega il presidente Pettinari –. Negli altri casi si è raggiunto un accordo transattivo; noi eravamo quasi arrivati alla quadratura del cerchio, poi però si è fermato tutto per problemi di bilancio». Tutto tranne la giustizia, che a passi di lumaca è arrivata alla seconda sentenza, dopo avere impiegato dieci anni per cancellare quanto aveva deciso nei dieci precedenti. Dice il giudice: giusto portare la vertenza al tribunale di Ancona. E la Provincia ci riprova. Alla faccia della riforma.