Giovedì 18 Aprile 2024

Le parole e i fatti

Macerata, 18 gennaio 2015 - La politica del fare non ha colore. E’ uno slogan fin troppo abusato dai rappresentanti delle istituzioni, tra quelli che più infastidiscono i cittadini disillusi. In questi ultimi giorni i maceratesi, dalla costa alla montagna, lo hanno sentito ripetere con enfasi. Ma questa volta gli elettori, che presto saranno chiamati di nuovo alle urne, tra primarie ancora in forse e tornate comunali e regionali, dovrebbero essere in grado di non farsi oscurare lo sguardo dal proprio colore politico. E ammettere, con onestà, il risultato ottenuto appunto dalla politica del fare. I due esempi sono sotto gli occhi di tutti. In montagna sono stati inaugurati nove chilometri di superstrada della Quadrilatero, il mega progetto in cui 10 anni fa forse solo l’ex senatore Mario Baldassarri credeva veramente, ma che a giugno, se i tempi saranno rispettati, potrà vedere il suo completamento da Civitanova a Foligno.

E nella stessa Civitanova, laddove fino all’estate scorsa c’erano solo quattro piloni di cemento piantati sul terreno, oggi sorge il nuovo palasport. Contro Baldassarri si schierò buona parte della sinistra e non solo. All’amministrazione civitanovese ha tentato di opporsi la destra. Ma almeno questi progetti hanno preso forma. Ciò che invece ancora non ha sostanza sono le piscine maceratesi. Dovevano essere pronte da anni. I cittadini-elettori la storia la conoscono a memoria. Prima della fine del 2014, il sindaco Romano Carancini, oltre ad andare a chiedere all’università, con una delibera, di riprendere a pagare quella parte di mutuo che compete all’ateneo e di versare l’arretrato, ha detto di voler far partire il prima possibile questi benedetti cantieri. Bene, ma come lo stesso rettore saggiamente ha fatto notare, dei cantieri ancora non c’è neanche l’ombra. Per Carancini potrebbe essere una spinta fondamentale per raggiungere l’obiettivo del secondo mandato. Ma potrebbe essere anche un boomerang fatale qualora le piscine continuassero a essere solo un progetto sulla carta. E in questo caso la politica del fare tornerebbe a essere uno slogan davvero fastidioso e bugiardo.