Macerata, 26 febbraio 2012 - Spuntano novita’ nell’operazione ‘Spia’ , l’inchiesta con cui i carabinieri del Nas di Fermo hanno sgominato un gruppo di dipendenti dell’ospedale ‘Augusto Murri’, tra cui anche il maceratese Diego Donzelli, che, approffitando della farmacia interna, avevano messo in piedi un network di farmaci e sostanze anabolizzanti.

Dagli interrogatori, infatti, è emerso anche una sorta di giro legato al gioco d’azzardo e alle scommesse per il quale alcune delle persone coinvolte avevano accumulato enormi debiti, che cercavano di pagare attraverso la vendita delle sostanze dopanti. I prodotti trafugati dall’ospedale e da alcuni reparti per essere venduti agli sportivi coinvolti, venivano chiamati con la lettera dell’alfabeto con cui iniziava il nome del farmaco.

Nei sette mesi di intercettazioni telefoniche gli inquirenti si sono trovati spesso a sentire ‘E’ e ‘N’, che stavano rispettivamente per ‘Eprex’ e ‘Nespo’, entrambi prodotti a base di eritropoietina, meglio conosciuta come ‘epo’. Una volta effettuate le ordinazioni, i farmaci venivano consegnati all’interno di scatole di scarpe ben sigillate in cambio di grosse somme di denaro.

Intanto, al termine gli interrogatori, il giudice per le indagini preliminari di Fermo, Marcello Cozzolino, ha deciso di confermate le misure di custodia cautelare per i sei indagati. Donzelli, difeso dall’avvocato Gabrile Cofanelli, ha negato le sue responsabilità dicendo di essere stato coinvolto un infermiere in pensione, ora deceduto. Secondo le sue parole il maceratese sarebbe stato un tramite con gli sportivi del mondo dell’atletica leggera, del calcio e del ciclismo, ai quali effettuava solo le consegne dei farmaci per conto di questo ex infermiere.