Macerata, 26 marzo 2012 - LA SUA ULTIMA BATTUTA. Poi il malore: «Mi gira la testa, aiutatemi che cado». Si è toccato il fianco sinistro, avvicinandosi alla panchina, si è accasciato a terra e ha perso conoscenza. Vigor Bovolenta non ha più riaperto gli occhi, nonostante i disperati tentativi di rianimarlo. I primi a soccorrerlo sono stati i compagni di squadra del Forlì, poco dopo dalla tribuna è scesa la dottoressa Patrizia Zambotto, medico di base e madre di un giovane giocatore della Lube: è stata lei a iniziare il massaggio cardiaco, proseguito poi per circa tre quarti d’ora dai medici del 118, giunti al Fontescodella in pochi minuti. Tutto è stato inutile, anche i quattro tentativi con il defibrillatore e il successivo trasporto all’ospedale, da dove è arrivata la terribile notizia intorno a mezzanotte: «E’ morto».

«Ci siamo accorti subito che la situazione era grave», racconta Albino Massaccesi, vice presidente della Lube, presente l’altra sera al Fontescodella. «La sensazione è che tutto sia durato un attimo. I soccorsi sono stati prontissimi e nel fattempo un medico era sceso dalla tribuna. Siamo tutti distrutti, Vigor è stato sempre un giocatore molto grintoso, un grande competitore. Ora che giocava in B2 era un esempio per i ragazzi, tanto che i nostri giocatori, in questi giorni, erano emozionati proprio perché aspettavano di affrontare un grande del volley».

MASSACCESI e l’addetto stampa della Lube Volley, Marco Tentella, hanno trascorso la notte in ospedale accanto ai familiari di Bovolenta: «Abbiamo cercato di aiutarli, per quanto possibile, ma potete immaginare lo strazio: la moglie Federica, soprattutto, ha una preoccupazione dominante, i suoi quattro bambini, da quello di sette anni ai gemelli di un anno, rimasti senza il loro papà». Insieme alla moglie, sono giunti in città i genitori di Bovolenta, ripartiti poi in mattinata. Perché prima di poter riportare la salma di Vigor a Ravenna (dove viveva con la moglie) o in provincia di Rovigo (dov’era nato), bisognerà gli aspettare gli esiti dell’inchiesta. Il pubblico ministero Cristina Polenzani, infatti, ha disposto l’autopsia per fare chiarezza definitivamente sulle cause del decesso. Le ipotesi sono un’aritmia improvvisa o un infarto. Secondo il cardiologo Antonio Rebuzzi dell’università Cattolica, «ammesso che il decesso sia legato effettivamente ad un problema cardiaco, come dai primi accertamenti effettuati all’ospedale di Macerata, sono due le ipotesi che si possono avanzare: una forma di aritmia nata da una infiammazione del miocardio (miocardite); oppure un episodio ischemico, un infarto; ma quest’ultimo lo ritengo meno probabile». Problemi di aritmie, Bovolenta li aveva avuti nella stagione 1997-98, quando giocava a Ferrara, e lo costrinsero a tre mesi e mezzo di stop. Ma ormai erano un lontano ricordo. «Si tratta di un problema — spiega il portavoce della Volley Forlì — che non aveva mai più avuto». L’autopsia sarà effettuata domani mattina, dopodiché il magistrato dovrebbe dare il nulla osta per i funerali.

TRA I TANTI messaggi che il mondo della pallavolo dedica a Bovolenta, c’è n’è uno più commovente degli altri. E’ quello di Jack Sintini, l’ex Lube che ha battuto il cancro, compagno di squadra di Vigor l’anno scorso a Forlì e prima a Perugia: «Era un amico — dice — e mi aveva incoraggiato molto quando mi sono ammalato. Lascia un enorme vuoto in tutti noi che abbiamo avuto l’onore di conoscerlo e di condividere con lui il campo. Prego per sua moglie, i suoi figli, i suoi genitori e familiari. Il Bovo mancherà a me, figuriamoci a loro. Spero che Dio dia a tutti i suoi cari la forza di affrontare questa tragedia».

di Roberto Fiaccarini