Macerata, 27 marzo 2012 - SARÀ eseguita oggi dal medico legale Mariano Cingolani, docente all’Università di Macerata, e dal tossicologo Rino Froldi l’autopsia su Vigor Bovolenta, il pallavolista della Volley Forlì morto sabato notte dopo un malore accusato in campo durante la partita di B2 con la Lube Macerata. L’esame, disposto dal pm Claudio Rastrelli, è in programma nell’ospedale di Macerata. Il magistrato ha anche disposto l’acquisizione di tutte le cartelle cliniche e la documentazione sanitaria sulla morte dell’atleta. Incarico affidato ai carabinieri, che hanno raccolto materiale anche a Forlì, dove Bovolenta era tesserato, e a Ravenna, dove viveva. Nel 1997-‘98, quando indossava la maglia del Ferrara, era stato costretto a fermarsi per tre mesi e mezzo a causa di un’aritmia, ma il problema non si era più ripresentato, e i controlli medici erano tutti negativi.
 

«SONO casi purtoppo interessantissimi per il medico dello sport. Il pubblico resta interdetto nel vedere un’atleta di picco che impersona la salute perdere la vita sul campo. Per di più in un paese, come il nostro, molto attento a questa realtà, all’avanguardia nella medicina dello sport. Oggi le morti improvvise tra atleti e cittadini sono in un rapporto di 1 a 80, proprio perché abbiamo mezzi e metodiche molto più efficaci di un tempo. Credo che qualcosa non sia andato per il verso giusto».
Così Luigi Maria Formica, direttore del Centro medico sportivo ‘Ireneo Vinciguerra’, consigliere nazionale della Federazione Medico Sportiva Italiana, dal 1997 nello staff della tennista Francesca Schiavone, e già medico sportivo dell’Ascoli Calcio ai tempi di Costantino Rozzi, commenta la morte di Vigor Bovolentà. Una tragedia che ha sorpreso e colpito profondamente tutti. «Non entro nei dettagli del caso specifico — prosegue Formica —. E’ necessario esaminare con attenzione tutte le carte per poter dare un giudizio compiuto. So che questo atleta tempo fa era già stato fermato per un’aritmia e ciò significa che un rischio si era comunque manifestato. A quanto ho letto, poi, gli veniva concessa un’idoneità a tempo». Tutto secondo le regole, per carità. E, poi, lo stop c’è stato diversi anni fa, e non ha impedito a Bovolenta di tornare a gareggiare con successo, persino in nazionale, senza che sia accaduto nulla.

IL DOTTOR Formica, però, chiarisce che nel momento in cui qualcosa non va, anche se solo temporaneamente, «è meglio scegliere la strada della cautela», meglio eccedere nella valutazione del rischio che non fare il contrario. «Dobbiamo essere molto bravi, quando si manifestano situazioni critiche, a sostenere che in ogni caso il gioco non vale la candela», aggiunge. Anche quando il rischio sembra non essere così grave o immediato. «L’obiettivo deve essere sempre e comunque quello della tutela della salute».