Macerata, 14 agosto 2012 - Un tipo sospetto, che si aggirava per gli uffici nella tarda mattinata di sabato. Di questo si parla in municipio, dopo che un incendio è divampato nell’archivio dell’urbanistica. E su questo presunto piromane sta ora indagando la Squadra mobile, chiamata con i vigili del fuoco a chiarire cosa sia successo nella stanza al secondo piano del palazzo comunale, in via Trieste.

Ieri mattina è stato effettuato un sopralluogo accurato negli uffici dell’urbanistica. La Scientifica della Questura ha prelevato alcuni campioni, mentre i funzionari dei vigili del fuoco hanno controllato, in particolare, il sistema d’allarme antincendio, per verificare che fosse funzionante. Su questo e su altri aspetti si dovranno fare accertamenti più approfonditi. Così come si dovranno fare sulla causa del fuoco.

L’incendio è partito da una scaffalatura meccanizzata, che permette di consultare i fascicoli con un sistema di scorrimento elettronico. La prima ipotesi era stata che un guasto elettrico avesse innescato le fiamme. Ma all’esame di ieri mattina, i quadri elettrici sono sembrati integri; questo potrebbe far escludere che ci sia stato un cortocircuito. Però è anche possibile che, in qualche punto, il sistema di scorrimento si sia bloccato, facendo magari surriscaldare uno dei motori che muovono i fascicoli. Su questo dunque si dovranno fare altre indagini.

Intanto, la Squadra mobile sta ascoltando i dipendenti dell’ufficio che sabato mattina erano al lavoro. A quanto sembra, sarebbero già state raccolte delle voci che farebbero pensare a un piromane. Alcuni hanno parlato di una persona che si aggirava per il secondo piano del municipio, apparentemente senza motivo. Ma anche questo elemento viene preso con la massima cautela: dagli archivi dell’urbanistica possono risultare, tutt’al più, degli abusi edilizi, e sembra un po’ eccessivo scatenare un incendio solo per cancellare un reato che ha sanzioni minime.

Al momento il sostituto procuratore Enrico Riccioni — che coordina le indagini — non esclude alcuna pista, dalla fatalità al dolo. Nei prossimi giorni polizia e vigili del fuoco consegneranno al magistrato una prima relazione, ma è possibile che la procura nomini un perito, per risalire con maggiore precisione alla causa del rogo. Intanto la stanza da dove è partito il fuoco resta sotto sequestro, in attesa che siano completate le indagini.

Le pratiche ora dovranno essere risistemate. L’incendio ne ha distrutte un terzo, altre sono rimaste danneggiate dall’acqua, ma i vigili del fuoco sono riusciti a salvarne parecchie, contenendo le fiamme ed evitando di 'annaffiare' tutti i documenti. I faldoni sono stati ammassati nel corridoio dell’urbanistica, in parte sono stati portati alla caserma dei pompieri e alla Smea, in attesa di essere esaminati e rimessi in ordine.

di Paola Pagnanelli