Macerata, 3 settembre 2012 - SI TERRÀ questa mattina, all’ospedale di Macerata, l’ispezione cadaverica su Roberto Poccioni, il 73enne pittore e insegnante in pensione trovato morto sabato sera nella sua casa di viale Leopardi. L’anziano — hanno ipotizzato le forze dell’ordine dopo i primi rilievi — era morto da almeno due mesi. Ma si ipotizza che la data della morte possa addirittura risalire a sei mesi fa. I vicini di casa del pensionato, infatti, hanno raccontato di averlo visto per l’ultima volta nel febbraio scorso, nei giorni delle grandi nevicate che avevano imbiancato Macerata. Sabato sera, la polizia è rimasta fino a tarda notte nella casa di viale Leopardi per raccogliere tutti gli elementi utili a fare chiarezza sulla fine di Poccioni. L’ipotesi più probabile è quella di un malore. Ora l’appartamento è sotto sequestro. Una volta effettuata l’ispezione cadaverica, l’autorità giudiziaria potrebbe disporre l’autopsia.

«POCCIONI non era seguito dai nostri servizi sociali. Se non abbiamo notizie di una persona che ha chiesto aiuto al nostro personale, dopo un po’ andiamo subito a controllare». In una città sotto choc per la tragedia della solitudine di Roberto Poccioni, è Stefania Monteverde, assessore ai Servizi sociali, a dare voce allo sgomento della città e a rilanciare l’impegno in favore degli anziani soli. Soli come Poccioni, pittore ed ex insegnate in pensione, ritrovato morto nella sua casa di viale Leopardi. Il decesso — hanno ipotizzato i soccorritori — risalirebbe ad almeno due mesi fa. Ma i vicini sostengono di non averlo visto dalle nevicate di febbraio. Si ipotizza quindi che la morte possa risalire anche a sei mesi fa.

NELLA SUA CASA di viale Leopardi, il 73enne Poccioni viveva da solo. Non aveva parenti stretti né amici, e con gli stessi vicini di casa non aveva alcun tipo di rapporto. Di tanto in tanto si recava a Roma, per questo all’inizio i vicini di casa non avevano fatto caso all’assenza di quel vicino schivo e silenzioso. Poi, sabato sera, la chiamata alla polizia, visto che dalla casa fuoriusciva un pessimo odore. Quindi la macabra scoperta, con il corpo irriconoscibile, in avanzatissimo stato di decomposizione. La notizia ha sconcertato tutta la città. La stessa Monteverde ha visto nella tragedia «un segno della crisi della dimensione sociale dell’esperienza umana. Noi però lavoriamo per rafforzare la coesione sociale: nessuno deve sentirsi solo». L’assessore rivendica infatti l’impegno dell’amministrazione al fianco degli anziani. «Investiamo molto — dice l’assessore — nelle politiche che rafforzano i rapporti di buon vicinato come il progetto affido in convivenza per gli anziani, le famiglie solidali, l’assistenza domiciliare per stare vicine alle persone nelle loro case. Lavoriamo insieme al mondo associativo per rafforzare la coesione sociale della nostra città».

IL PROBLEMA è che con la crisi l’universo del bisogno aumenta inesorabilmente, mentre i trasferimenti ai Comuni per il sociale diminuiscono. Ciononostante — sottolinea l’assessore Monteverde — «non abbiamo ridotto il nostro impegno nel sociale. Si potrebbe fare di più, ma con questi tagli è già un miracolo mantenere l’esistente». Sono due, in particolare, i servizi studiati per gli anziani soli. «Il primo — spiega la Monteverde — è l’assistenza domiciliare. Quando arriva una segnalazione ai nostri servizi sociali, inviamo del personale nelle case di chi ha bisogno. Il servizio può avere cadenza giornaliera oppure ogni due o tre giorni. Il nostro assistente visita l’anziano, lo aiuta nel fare la spesa, nelle faccende domestiche, ci parla. Sono cento le persone che beneficiano di questo servizio». Poi c’è l’affido in convivenza: «È come avere una sentinella che veglia sull’anziano. Si costruisce una rete di relazioni con vicini di casa, parenti, amici che sono in contatto coi servizi sociali: se c’è qualche problema, veniamo subito allertati. È un rapporto molto forte tra pubblico e privato».

Giancarlo Falcioni