Macerata, 12 ottobre 2012 - Quasi 1.700 disoccupati in più. Tanti sono i nuovi senza lavoro (tra domande di disoccupazione e mobilità) in provincia di Macerata nei primi nove mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2011, secondo i dati Inps elaborati dalla Cgil. Oltre 4.600 riguardano il comprensorio di Macerata, 1.343 quello di Camerino, 4.363 quello di Civitanova e 2.518 quello di Tolentino. Una situazione drammatica.

"Mi è capitato spesso di vedere gente di 50 o anche 60 anni in lacrime per aver perso il lavoro e non sapere dove poter andare a sbattere la testa", spiega Barbara Meo, dell’Inca Cgil di Macerata. Le situazioni più gravi riguardano le famiglie monoreddito: "Una volta che l’unico soggetto che aveva un lavoro lo perde, con moglie e figli a carico, davvero non si sa come sbarcare il lunario. Certo, c’è il trattamento di disoccupazione, mediamente mille euro lordi al mese. Ma si tratta di una somma del tutto insufficiente rispetto alle minime esigenze". Molti, poi, i casi in cui entrambi i coniugi, occupati nella medesima azienda, sono rimasti contemporaneamente senza lavoro. "Oltre alla necessità di far fronte ai bisogni primari e ai figli a carico, — conclude la Meo — non di rado c’è da pagare anche la rata del mutuo. Veramente ci sono situazioni disperate".


E i dati, nudi e crudi, elaborati dalla Cgil, non lasciano sperare nulla di buono neanche per i prossimi mesi. Da gennaio a settembre 2012, in provincia le ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate sono 4.680.615, il 42% in più rispetto alle 3.297.088 dello stesso periodo del 2011.
 

L’incremento maggiore riguarda la cassa integrazione in deroga, più 80,2%. "Ed è questo ciò che desta la maggiore preoccupazione — sottolinea Aldo Benfatto, segretario provinciale Cgil — perché indica una forte sofferenza delle piccole e medie imprese con possibili ulteriori gravi conseguenze sul fronte dell’occupazione". Certo, c’è un lieve calo della cassa integrazione straordinaria ( - 3%), ma questo significa comunque che anche le medie e grandi imprese restano in sofferenza o che comunque alcune aziende già in difficoltà abbiano chiuso i battenti.

"Si aggiunga — prosegue Benfatto — che la cassa integrazione ordinaria ha conosciuto una impennata del 37,5%. Anche imprese che finora avevano retto mostrano taluni segni di difficoltà. E ciò vale per quasi tutti i settori. Senza interventi che stimolino la crescita, riducendo il peso fiscale su lavoro e impresa, la situazione rischia ancora di peggiorare".
 

Franco Veroli