Macerata, 19 dicembre 2012 - LA MAMMA, una suora, l’aveva data in adozione subito dopo averla messa al mondo. Il padre, un sacerdote, non l’ha neanche riconosciuta. Così una neonata era stata affidata a una coppia del Maceratese, in vista dell’adozione. Ma dopo un anno in cui la sua nuova famiglia ha imparato ad amarla, conoscerla, a prendersene cura, la madre naturale ci ha ripensato, innescando una battaglia legale tuttora in corso.

La vicenda inizia in una missione all’estero, dove la suora rimane incinta di un sacerdote. Un’associazione la aiuta, la fa venire in Italia, nel Pesarese, e le offre sostegno. La piccola nasce la vigilia di Natale dell’anno scorso, e subito viene data in adozione. Il tribunale per i minori di Ancona vaglia la candidatura di diverse coppie in lista di attesa, e alla fine la scelta cade su una coppia del Maceratese, che ha tutti i requisiti per crescere la bimba. A gennaio, la bimba arriva in casa loro, e per tutta la famiglia è una gioia grandissima.

Dopo qualche tempo però la mamma ci ripensa, e decide di riprendersi la figlia. Dopo mesi di accertamenti, durante i quali la piccola è sempre rimasta con la famiglia affidataria, poche settimane fa il tribunale decide che deve tornare dalla madre naturale. Viene data esecuzione al provvedimento, che però viene impugnato. Ieri, la Corte d’appello ha bloccato tutto, in attesa della sentenza definitiva. Purtroppo non è l’unico caso in cui i bambini si ritrovano al centro di controversie, nelle quali è difficile stabilire quale sia la soluzione migliore per loro. Ne parliamo con l’avvocato Maria Teresa Danieli, esperta in diritto di famiglia.