Ancona, 2 aprile 2013 - Compagne, madri, parenti vari. E poi un vortice di passaggi societari, regali preziosi e infine detective improvvisati ma efficaci. Dall’inchiesta sulla green economy marchigiana spuntano storie singolari e affari di famiglia in un intreccio sul quale sta cercando di fare luce la Procura di Ancona.

Una delle vicende curiose finite nel mirino degli inquirenti, per esempio, riguarda Renzo Rovinelli, funzionario della Provincia di Pesaro e Urbino finito nella lista degli indagati. Ben prima che l’inchiesta esplodesse con tutto il suo fragore, il coordinamento di difesa delle Valli del Metauro, Cesano e Candigliano (ecco alcuni dei ‘detective’ improvvisati ma efficaci) aveva inviato un esposto alla Provincia pesarese, alla Corte dei Conti e alle procure di Ancona e Pesaro.

Era il luglio del 2012, e i comitati affermavano (sulla base di articoli di stampa e dettagliate ricostruzioni), che Rovinelli aveva partecipato, come consulente della ditta richiedente, alle conferenze dei servizi convocate dal dirigente regionale Luciano Calvarese (uno dei principali indagati) relative all’esame del progetto per le centrali a biogas da realizzare a Tombaccia e Caminate (nel territorio del Comune di Fano) e a Montefelcino. La ditta richiedente era la Prima Energia srl, di cui è proprietaria e amministratrice l’ingegnere Alessandra Severini. E proprio a proposito di storie di famiglia, i comitati antibiogas nell’esposto aggiungevano che "Rovinelli è legato dal punto di vista personale e professionale alla Severini".

In tutta questa storia la figura di Luciano Calvarese è centrale. Come lo sono, secondo la Procura, anche quelle degli altri funzionari regionali Mauro Moretti e Sandro Cossignani. Calvarese, l’uomo delle autorizzazioni contestate, il 20 novembre 2011 ha partecipato alla nascita della Geiwatt srl, di cui è stato socio e membro del cda: la società ha relizzato diversi impianti fotovoltaici, tra cui alcuni a Treia. Ma nella Geiwatt compare anche Mauro Moretti, pure lui titolare di quote, vendute poi il 13 ottobre del 2009, poco prima di Calvarese (che le ha cedute il 4 dicembre del 2009).

E sempre nella stessa società ha avuto un ruolo, come socio, il progettista maceratese Diego Margione (anche lui indagato), che ha poi venduto le sue quote sempre a fine 2009 (l’8 ottobre). Di vicende, familiari e non, ce ne sono anche altre, come quelle che riguardano l’altro funzionario regionale Sandro Cossignani, che nel 2010, stando alla ricostruzione della procura, avrebbe realizzato un impianto fotovoltaico a Montefiore attraverso una società detenuta da lui e dalla compagna Maria Grazia Marchetti.

La quale, peraltro, aveva con il figlio le quote della Immobiliare Picena, che si occupa di piante ornamentali e nella cui proprietà è entrata poi Lucia Virgili, madre di Cossignani. Ma al di là delle piante, l’Immobiliare Picena ha una cospicua partecipazione nella Sviluppo agroalimentare Italia (in società con Antonio Lazzarini, altro indagato) che nel 2012 ha realizzato una centrale a Camerata. Insomma, un quadro articolato fatto di scatole cinesi per un businnes che ha macinato e continua a macinare milioni di euro.

Roberto Fiaccarini