Macerata, 30 agosto 2013 - «NON SONO deluso né dalla Lube né da Corvatta, ma è stata fatta un’operazione alle spalle mie e di Macerata. Tanto più che nel frattempo noi avevamo preparato un nuovo piano, meno costoso, per ampliare il Fontescodella». Mentre parla, Romano Carancini sfoglia gli elaborati dell’ultimo progetto per il palas. Il caso Lube è uno dei primi punti dell’agenda del sindaco al rientro dalle ferie. Sulla scrivania di Carancini ci sono però diverse questioni da chiudere per affrontare da una posizione di forza la campagna per le primarie: dalle piscine a via Mattei, da Palazzo Buonaccorsi all’isola pedonale in centro. Sul palas, questa è la ricostruzione del sindaco: «A inizio luglio chiamo Fabio (Giulianelli, il patron della Lube, ndr) e gli dico che ho fatto affinare il progetto per l’ampliamento del palas». Si tratta di un piano per portare la capienza del Fontescodella a 3.500 spettatori. Costo dell’operazione, due milioni di euro; un milione e mezzo sulle spalle del Comune e 500mila euro su quelle della Lube, in linea con l’accordo stipulato nel 2011 con la Lega Volley, quando Giulianelli in persona si impegna a contribuire ai lavori. Poi Carancini viene a sapere del trasloco a Civitanova.

Sindaco, come ha reagito?
«Chiamo Corvatta e mi dice: “Stai tranquillo ché non c’è niente”. Chiamo Fabio che mi conferma: “Non li ho mai incontrati”. Il giorno dopo però mi chiama Corvatta: “Si è concretizzato tutto — mi dice —. Ci incontriamo oggi”. Poi quando ho visto che nella trattativa era coinvolto Capponi, qualche idea cattiva mi è venuta. Fa il faccendiere, nel senso che si occupa di faccende».

È stato un tradimento?
«Se l’atteggiamento della Lube potrebbe essere comprensibile, visto che aspettano da anni un palazzetto, da Corvatta mi sarei aspettato un comportamento più leale. Tra enti che collaborano anche in altri campi dovrebbe esserci un rapporto trasparente».

Cosa ne sarà del Fontescodella?
«Se la Lube se ne andrà, sarà a disposizione delle associazioni cittadine. Ufficialmente però la Lube non ci ha ancora detto nulla e io lotterò fino alle fine perché rimanga qui».

Non è tardi?
«Non mi rassegno. Peraltro se si andasse avanti con il nostro ultimo progetto, i lavori finirebbero prima che a Civitanova».

Capitolo centro storico. La pedonalizzazione di corso Matteottti ha fatto infuriare i commercianti...
«Ho letto osservazioni critiche, però è arrivato il momento delle decisioni. Ci saranno passi in avanti, a partire da un miglior arredo. Ci sono dei commercianti che guardano avanti e altri che fanno polemiche pretestuose. Questo è un passaggio importante per la valorizzazione del centro».

Cosa succederà in piazza della Libertà?
«Creeremo un’area pedonale, salvando uno spazio per le auto. Stiamo pensando a una sosta breve, magari di mezz’ora. Io sono meno propenso alle telecamere, meglio i dissuasori».

Su Rampa Zara i privati sembrano aver tirato i remi in barca...
«I privati erano venuti a spron battuto, ma non sono riusciti a maturare una soluzione definitiva. Noi siamo pronti a dare gli strumenti urbanistici per il parcheggio. Peraltro le strutture esistenti ora sono aperte 24 ore su 24».

Le difficoltà di qualche impresa bloccherà le piscine?
«L’amministrazione ha fatto la sua parte. Una delle imprese vive una situazione particolare, ma la società è costituita da altri nove soggetti e loro sono assolutamente sereni. La piscina si farà».

Quando sarà completato il piano nobile di Palazzo Buonaccorsi?
«In linea di massimo entro l’anno si potrà aprire il nuovo piano del Buonaccorsi. Sulla cultura c’è stata una rivoluzione dolce; abbiamo dato una linea nuova. Lo Sferisterio è il traino culturale della regione, poi abbiamo creato un nuovo rapporto con Accademia e Università».

Giancarlo Falcioni