Macerata, 28 settembre 2013 - SESSANTOTTO ragazzi sono stati iscritti nel registro degli indagati, per aver partecipato al rave a monte Faito di San Severino: in occasione di quella festa non autorizzata, l’8 settembre scorso, perse la vita al diciottenne Diego Luchetti.
Sulla dolorosa vicenda, il procuratore capo Giovanni Giorgio ha aperto un fascicolo, ipotizzando il reato di occupazione abusiva di immobile, con l’aggravante di aver commesso il fatto in più di dieci persone (aggravante che rende il reato perseguibile d’ufficio). Il terreno infatti è una proprietà privata, della Curia di Camerino, e dunque non poteva essere usato senza autorizzazione. I 68 indagati sono stati individuati grazie alle indagini dirette dal comandante della Compagnia dei carabinieri di Camerino, delegato espressamente dalla procura. Ai ragazzi, arrivati un po’ da tutta Italia per il rave settempedano, arriverà ora una informazione di garanzia, con la quale saranno invitati a presentarsi a Camerino per essere interrogati dai carabinieri, e dare così la loro versione sui fatti di cui sono accusati.

L’INDAGINE sui partecipanti al rave è stata avviata dal procuratore capo Giovanni Giorgio, per sanzionare un comportamento illecito che poi, nel caso di specie, ha finito per avere conseguenze tragiche. Tra i partecipanti a quella festa infatti c’era anche Diego Luchetti, diciottenne di Loro Piceno, che si era addormentato in un campo vicino alla zona dove gli altri ballavano. Mentre era lungo in terra, è arrivata una comitiva di cinque ragazzi a bordo di una Opel Corsa, condotta da un ventenne di Montelupone: l’auto è passata sopra al corpo del ragazzo, uccidendolo, senza che nessuno si accorgesse di nulla. Solo alcune ore dopo, con il chiarore dell’alba, è stato notato il corpo del diciottenne sotto la macchina: a quel punto è scattato l’allarme e sono stati chiamati i soccorsi, ma ormai era troppo tardi. La procura sta indagando anche sulla dinamica di questo incidente, per valutare le responsabilità del monteluponese. Ma intanto si è ritenuto opportuno aprire un’inchiesta parallela anche sui partecipanti del rave, per mandare un messaggio chiaro: situazioni come questa non vanno prese sotto gamba, non sono ragazzate innocue, ma reati che in alcuni casi, come questo, possono far perdere la vita a un diciottenne.

p. p.