Macerata, 16 ottobre 2013 - "Le dimissioni di Masera non mi sorprendono affatto. Del resto analogo era stato il suo atteggiamento dopo aver assunto la presidenza della Banca dell’Etruria, abbandonata solo dopo qualche mese. Sarà forse vero quello che egli dice, e cioè che non si sono verificate le condizioni sulla base delle quali ha accettato la presidenza di Banca Marche, ma il dato di fatto è che anche in questo caso lascia il campo dopo pochi mesi. Riflettano coloro che lo hanno indicato e imposto".

Il messaggio di Franco Gazzani, presidente della Fondazione Carima, uno dei maggiori azionisti della Banca delle Marche, è per le Fondazioni di Pesaro e di Jesi che hanno puntato sull’ex ministro. E’ anche vero però che pure i rappresentanti della Fondazione Carima hanno votato per Rainer Masera. "Certo — spiega Gazzani —. Nel momento in cui abbiamo accertato che non c’era altra soluzione possibile, in una fase critica e complessa, in nome dell’interesse dell’istituto, abbiamo scelto di non metterci di traverso, pur avendo esternato tutte le nostre perplessità. Ma le cose potevano andare diversamente". A suo tempo, infatti, la Fondazione Carima, anche in virtù del fatto che il presidente dimissionario — Lauro Costa — era un maceratese, aveva indicato alla presidenza Mario Girotti, uomo di grande e comprovata esperienza, già direttore della Bnl.


"Un uomo del nostro territorio, che conosce bene il nostro territorio e le sue dinamiche e che, ne sono certo, avrebbe potuto imprimere un reale cambio di passo", sottolinea Gazzani. Ma i numeri sono numeri: nel consiglio di amministrazione della Banca le Fondazioni di Pesaro e Jesi insieme pesano di più di quella di Macerata. E, così, alla fine è prevalso Rainer Masera. Intanto, dopo le dimissioni del presidente, e anche del consigliere indipendente Pietro Alessandrini membro del consiglio di amministrazione di Banca delle Marche, ieri sono arrivate anche quelle del vice presidente Federico Tardioli e dei consiglieri Roberto Civalleri e Alberto Costantini (quest’ultimo cooptato nel Cda lo scorso 18 luglio). Bisogna ricordare che nel corso dell’estate si erano già dimessi i consiglieri indipendenti Frano Cesarini e Giuseppe Grassano. Una “fuga” che molti interpretano con un imminente commissariamento di Banca Marche, in gestione provvisoria fino alla fine di ottobre.

Franco Veroli