Macerata, 18 novembre 2013 - SI È IMPICCATO con una corda appesa a un albero, in un terreno davanti alla casa in cui viveva con i genitori, a Montelupone, nel Maceratese. Ed è stato proprio il padre a trovarlo, ieri mattina intorno alle 10. Soltanto poche ore prima si erano parlati: non era stato un bel momento. Gli agenti della polizia stradale gli avevano notificato, sospendendogli la patente, una multa per guida in stato di ebbrezza e per aver forzato un posto di controllo. Aveva un tasso di alcol nel sangue di poco inferiore all’1,5 ed era stato proprio per evitare quell’accertamento che Simone Ferramondo, 25 anni, operaio, quella stessa sera aveva premuto sull’acceleratore invece di fermarsi all’alt. Gli agenti avevano rintracciato le sue generalità poco più di un’ora dopo, tramite la targa della sua Audi A4. Avevano bussato alla porta della sua casa, intorno alle 8.30, trovando il padre e la madre. Poi loro avevano cercato il figlio al cellulare, dicendogli di tornare subito a casa. E lì, davanti ai familiari e alle divise, la bravata di una notte, maldestramente nascosta tra le curve di una strada di provincia, era emersa alla luce del sole con tutto il suo carico di vergogna e umiliazione.

UNA VERGOGNA che Simone non ha saputo sostenere. Troppe le spiegazioni da dare: in casa, in paese, in quell’azienda di mobili in cui lavorava, e per cui l’uso dell’automobile gli era indispensabile. Ha preso una corda, l’ha assicurata a un ramo robusto, e a pochi metri da casa si è lasciato cadere. Quando il padre l’ha trovato, era ormai troppo tardi. Non sono serviti biglietti d’addio: era fin troppo chiaro il motivo di tanta violenza contro se stesso. Un quadro che si è delineato con chiarezza anche agli occhi dei carabinieri di Montelupone, subito intervenuti per le indagini del caso.

SIMONE Ferramondo lavorava come operaio e conduceva una vita tranquilla insieme ai genitori. Era il minore di tre fratelli, un maschio e una femmina, e aveva amici che frequentava abitualmente: tra l’altro giocava in una squadra di calcio a sette. Proprio con alcuni di questi amici, sabato sera, aveva raggiunto la costa civitanovese. E insieme a loro, alle 7 del mattino, era incappato nei controlli degli agenti della Stradale, che nel corso della stessa sera avevano tra l’altro ritirato altre 14 patenti, sempre per guida in stato di ebbrezza. La notizia della sua morte ha nuovamente sconvolto la piccola comunità di Montelupone, un paesello di poco più di tremila anime, dove tutti si conoscono per nome ma che negli ultimi anni è stato scosso da una serie di episodi che ne hanno profondamente minato la serenità: l’omicidio dei coniugi Marconi, uccisi per pochi spiccioli da un rapinatore; l’omicidio della giovanissima Giulia Baldassarri, per mano del suocero in Albania; ed è di Montelupone anche il ragazzo che, alla guida della sua auto, ha involontariamente causato la morte, durante un rave party, del 18enne Diego Luchetti.

Benedetta Iacomucci