Macerata, 21 novembre 2013 - Si smarcano dalle accuse e alcuni dicono di non sapere. I rappresentanti maceratesi in Regione restano piuttosto perplessi dall’indagine avviata dalla procura di Ancona sulle spese sostenute dai diversi gruppi consiliari e non giustificabili.

A giorni sarà presentato un secondo rapporto, ma intanto sulla base della rilevazione della Corte dei Conti sembra che nel 95% dei casi non ci fosse un’autorizzazione dietro alle spese, un motivo chiaro a giustificarle e mancasse perfino la fattura. I consiglieri, però, invitano a non creare un ‘caso’ e, soprattutto a non generalizzare, rischiando di tirare nel mucchio anche chi non c’entra nulla. «La Corte dei Conti ha fatto delle contestazioni in cui io non sono coinvolto — precisa Francesco Comi (Pd) — perché non ho mai chiesto alcun rimborso. Non mi sono mai fatto rimborsare pranzi, cene, colazioni o quant’altro, quindi sono assolutamente tranquillo. Spero, però, che si faccia chiarezza, anche se vorrei che non si generalizzasse, perché credo che sia ingiusto e spesso troppo comodo».

Tranquillo anche un altro consigliere del Pd, Angelo Sciapichetti, che conferma di aver letto la notizia sul Carlino. «Ho saputo dell’inchiesta dalla stampa — spiega — e credo che nessuno di noi possa avere il polso della situazione. Per quello che mi riguarda mi sono scrupolosamente attenuto al nostro regolamento interno». Lapidaria l’assessore Paola Giorgi che così commenta: «Non so niente, non so cosa dire». Ammette di essere poco appassionato al dibattito il consigliere Enzo Marangoni, oggi tornato nel Pdl, che, come fatto anche dal presidente dell’Assemblea Legislativa, Vittoriano Solazzi, ricorda «che siamo davanti a cifre contenute», ma poi aggiunge di essere assolutamente tranquillo della sua posizione. «Cerchiamo di stare sereni — continua — è vero che nel 2012 sono cambiate le regole, perché mentre prima si portava al capogruppo solo la pezza d’appoggio relativa a pranzi o cene, ora oltre allo scontrino bisogna anche, giustamente, documentare le persone che hanno partecipato all’eventuale pranzo, ma non credo che questo possa creare problemi».

Tranquillo anche Francesco Acquaroli del gruppo Centro Destra Marche che ammette di aver speso i soldi del gruppo solo per le finalità previste dalla legge. «Non ho mai preso soldi per me, per fare cene o pranzi — commenta — . Ho utilizzato i soldi del gruppo secondo le finalità previste dalla legge, nell’espletamente del mandato e solo per effettuare studi relativi al territorio. Sono moralmente a posto, non ho speso un centesimo per me».

Chiara Sentimenti