Macerata, 6 dicembre 2013 - QUALCUNO dovrà pur rispondere del profondo rosso in cui versano i conti della Banca delle Marche. E i soggetti che si ritengono danneggiati stanno affilando le armi per far valere le proprie ragioni. A partire dalla Fondazione Carima che “tira dritto” e vuole perseguire ogni strada a tutela del proprio patrimonio, intaccato dalla difficile situazione in cui è venuta a trovarsi Banca delle Marche, di cui è uno dei maggiori azionisti. Come già annunciato la scorsa settimana, nella riunione di ieri mattina il cda ha deliberato di conferire all’avvocato Roberto Pozzi di Milano l’incarico di verificare la sussistenza delle condizioni per promuovere un’azione legale risarcitoria nei confronti della Pricewaterhouse Coopers. Se queste saranno accertate, l’azione sarà subito avviata, in rapporto ai 42 milioni di euro sborsati dalla Fondazione maceratese nell’ambito dell’aumento di capitale deciso da Banca Marche nei primi mesi del 2012.

La Fondazione ricorda che la PricewaterhouseCoopers è la società di revisione che ha certificato gli ultimi bilanci di Banca Marche, senza che dalle sue verifiche emergessero particolari criticità o anomalie, oltre ad esprimersi favorevolmente anche sulle stime degli utili della banca contenute nei prospetti informativi che avevano accompagnato l’aumento di capitale avvenuto l’anno scorso. Nascono da qui le perplessità sull’operato della società da parte della Fondazione, secondo la quale un’efficace attività di revisione avrebbe senz’altro condotto ad una diversa rappresentazione, nei documenti ufficiali, della situazione aziendale della banca e, quindi, a differenti valutazioni degli investitori e dei risparmiatori sull’effettiva convenienza della sottoscrizione dell’aumento di capitale. E’ sulla base di tali considerazioni che la stessa Fondazione ha incaricato l’avvocato Pozzi di svolgere tutti gli approfondimenti necessari sull’operato della società di revisione. Il legale milanese, a richiesta, ha anche dato la disponibilità ad agire a tutela e rappresentanza di tutti gli azionisti di Banca Marche che vorranno affiancare la Fondazione Carima nel promuovere l’eventuale azione risarcitoria nei confronti della PricewaterhouseCoopers: una sorta di class action, dunque, che, mediante l’applicazione di meccanismi remuneratori legati al risultato positivo della causa, consente l’accesso alla tutela giurisdizionale a costi estremamente contenuti. 

NELLO STESSO TEMPO, il cda della Fondazione Carima ha anche deciso di incaricare l’avvocato maceratese Gabriele Cofanelli di seguire la vicenda di Banca Marche sotto il profilo penale, in relazione agli esposti inviati dalla direzione della banca stessa alla Procura di Ancona. Sarà dunque Cofanelli a tutelare la Fondazione, come soggetto offeso, nell’ambito del procedimento instaurato su istanza dei nuovi organi della banca.

Franco Veroli