Macerata, 7 febbraio 2014 - DOPO UNA BATTAGLIA legale durata due anni, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di una ex suora rimasta incinta quando ancora indossava il velo, dopo lo stupro subìto da un sacerdote. Ora potrà frequentare la bambina che, subito dopo la nascita avvenuta nel febbraio 2011 a Pesaro, era stata affidata a una famiglia del Maceratese. La vicenda era esplosa alla fine del 2012. La religiosa, congolese,  era stata stuprata da un sacerdote, della stessa nazionalità, a Roma.

Dopo il parto aveva dato in adozione la figlia, ma dato che la sua congregazione, le "Petites Soeurs de Nazareth", non aveva accettato di riaccoglierla come suora, aveva deciso di riprendersi la piccola. Questa intanto era stata affidata a una famiglia del Maceratese, che non è riuscita a rassegnarsi a lasciare andare la bimba tanto desiderata e amata. Da qui è nata la battaglia legale. In primo grado e in appello, i giudici hanno sempre dato ragione alla famiglia adottiva, dicendo che la piccola andava dichiarata adottabile e affidata a loro, anche sulla base di alcune perizie sulla genitrice. Ma in Cassazione, ora il dietrofront. Dopo alcuni incontri protetti, da maggio la mamma naturale non aveva più potuto incontrare la figlia perché in attesa della sentenza e la piccola è sempre rimasta con la famiglia che l'ha adottata.