Macerata, 14 aprile 2014 - Per “analisi di genere” si è soliti intendere lo studio delle differenze tra donne e uomini all’interno del proprio ruolo di genere, per quel che riguarda le diverse condizioni lavorative.
Nel contesto del Report presentato questa mattina dal direttore della Direzione Territoriale del Lavoro, Pierluigi Rausei, e dalle consigliere di Parità per la Regione Marche, Paola Petrucci, e per la Provincia di Macerata, Anna Corignali, più specificamente, si vuole intendere la esposizione dei dati relativi all’attività ispettiva e alla attività vertenziale, e dei provvedimenti amministrativi di maggior rilievo della Dtl, con riferimento alle differenze tra donne e uomini.

In particolare, si è voluto rendere disponibili i dati riguardanti le principali azioni istituzionali della vigilanza, delle politiche del lavoro e vertenziali della Dtl medesima per consentire di monitorare anche l’impatto che il genere ha rispetto alle vicende sanzionatorie, alle azioni di conflitto e di conciliazione, e con riguardo alla tutela della maternità e paternità anche in fase di cessazione del rapporto di lavoro.

L'obiettivo è favorire la piena applicazione delle disposizioni in materia di parità e di pari opportunità tra uomo e donna, al fine di prevenire e rimuovere ogni forma di discriminazione sui luoghi di lavoro, anche attraverso una adeguata sensibilizzazione sul tema specifico.

Questi i dati di maggior rilievo: per quanto riguarda le richieste di verifica ispettiva o di una attività di vigilanza, la percentuale delle donne che si rivolgono all’ufficio territoriale del lavoro è in aumento (+2% circa, donne 2012 41,17% e 2013 43%; uomini 2012 58,83% e 2013 57%); molto rilevante il dato relativo ai lavoratori irregolari che vede le donne registrare un sensibile incremento (+17% circa; donne 2012 23,46% e 2013 40,42%; uomini 2012 76,54% e 2013 59,58%); diminuisce il ricorso delle donne alla conciliazione monocratica (-7% circa) seppure la percentuale delle donne che avviano il tentativo resta comunque significativa (donne 2012 45,41% e 2013 37,99%; uomini 2012 54,59% e 2013 62,01%); aumenta sensibilmente il numero delle diffide accertative adempiute con immediata corresponsione dei crediti alle lavoratrici (+15% circa; donne 2012 25% e 2013 40%; uomini 2012 75% e 2013 60%); aumentano nel totale le vertenze individuali avviate dalle lavoratrici (+10% circa; donne 38,46% e 2013 48,11%; uomini 2012 61,54% e 2013 51,89%); diminuisce, invece, il numero delle vertenze attivate in costanza di rapporto di lavoro dalle lavoratrici, in un contesto nel quale sembra palesarsi il 'timore' di avviare un contenzioso durante il rapporto di lavoro (-5% circa; donne 2012 28,57% e 2013 23,15%; uomini 2012 71,43% e 2013 76,85%); aumentano notevolmente, al contrario, le vertenze attivate dalle lavoratrici a rapporto di lavoro cessato (+19% circa; donne 2012 43,18% e 2013 62,84%; uomini 2012 56,82% e 2013 37,16%); aumentano anche le vertenze conciliate dalle lavoratrici (+3% circa donne 2012 44,33% e 2013 47,62%; uomini 2012 55,67% e 2013 52,38%); mentre le vertenze non conciliate rimangono una prerogativa esclusiva degli uomini (uomini 2012 100% e 2013 100%).