Macerata, 17 aprile 2014 - Omicidio colposo e guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti: sono le accuse che la procura ha contestato a C. M., ventenne di Montelupone, per la morte del diciottenne di Loro Piceno Diego Luchetti, l’8 settembre scorso. Luchetti stava dormendo in un campo a monte Faito di San Severino, località dove era in corso un rave party (foto). Ma all’alba venne trovato senza vita sotto una Opel Corsa, l’auto con cui M., insieme con un gruppo di amici, era arrivato nella località isolata prescelta per la festa.

Dalle indagini e dall’autopsia, venne fuori che la macchina era passata tra il collo e il torace, causando un’insufficienza cardiaca fatale al diciottenne. Né il conducente, né gli altri ragazzi che erano in auto con lui si era però accorto di nulla; solo alle prime luci dell’alba infatti era stata scoperta la tragedia. Le analisi hanno evidenziato anche l’assunzione di stupefacenti da parte del conducente della Opel. M., difeso dall’avvocato Paolo Maggini, ha sempre respinto l’accusa. Ma gli elementi raccolti con le indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore di Macerata Tullio Cicoria, hanno confermato le accuse a suo carico. Dopo l’avviso di fine indagini, il monteluponese potrà chiedere di essere sentito o depositare una memoria. Poi la procura dovrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione delle accuse.

Anche la famiglia di Diego Luchetti, assistita dall’avvocato Luca Pascucci, ha sempre seguito lo svolgimento delle indagini, in attesa delle conclusioni della magistratura. La notizia della morte del diciottenne, studente dell’Itas, e giocatore di calcio in Eccellenza, con il Montegiorgio, fu uno choc per i tantissimi giovani che lo conoscevano e amavano. Dopo quella tragedia, la procura ha avviato delle indagini anche sul rave, accusando una settantina di giovani di aver partecipato a una festa non autorizzata su una proprietà privata. Si tratta di ragazzi di tutta Italia, accorsi nella località dell’Appennino maceratese per ballare fino all’alba.

Paola Pagnanelli