Macerata, 20 aprile 2014 - A PASQUA ci vuole una ventata di ottimismo. E allora mettiamola così: d’ora in poi potrà andare solo meglio, perché abbiamo toccato il fondo o quasi. In due anni, da queste parti, è crollato un po’ di tutto, sbriciolando il modello marchigiano e quello maceratese. Partiamo dalla fine, solo perché è emblematica: lo chalet di Porto Recanati in balìa delle onde. Lì, a Scossicci, la Regione spese due anni fa 600mila euro per il ripascimento. All’epoca il dirigente regionale Vincenzo Marzialetti (un tempo a capo del Servizio difesa della costa) gonfiò il petto e disse: «Il ripascimento è un’arte». Poi si è saputo che l’artista Marzialetti è stato indagato per i ripascimenti bluff nelle Marche (non quello di Scossicci, però) e nel frattempo la sua opera ha resistito meno di uno di quei castelli di sabbia che fanno i bambini d’estate.

Rimanendo in tema di crolli (stavolta senza macerie vere e proprie) e di frasi storiche come quella di Marzialetti, resteranno imperiture le ultime parole conosciute di Lauro Costa: «Abbiamo messo in sicurezza Banca Marche», disse prima di lasciare la presidenza. Poi si è scoperto che non era esattamente una verità scolpita nella roccia, come hanno dimostrato i bilanci, le inchieste e le richieste di risarcimenti milionari.
Crolla tutto, dicevamo, e nell’ultimo anno è crollata anche l’occupazione. Anzi, è schizzata in alto la disoccupazione, che ha portato la provincia di Macerata a quota 13%, dato più alto delle Marche, persino più di Ascoli, e superiore alla media nazionale.

Siamo ai livelli di province del sud, ad esempio come Avellino, eppure sembra che da queste parti non ci si renda conto di quanto la crisi tutta nostra abbia aggravato le conseguenze della crisi più generale. Per non farci mancare niente, abbiamo anche un territorio talmente fragile che alla prima pioggia più intensa del solito troviamo macerie un po’ ovunque: l’ultima ondata di maltempo ha spazzato via il guado sul Fiastra che aveva sostituito temporaneamente il ponte lesionato e ancora in attesa di ricostruzione. Regione e Protezione civile hanno garantito che saranno sbloccati i fondi per rifare il guardo, e dunque aspettiamo fiduciosi.

Chiudiamo con i trasporti: in tutte le Marche sfrecceranno i treni Jazz, nuovi e confortevoli. In tutte le Marche, ma non da noi, perché la linea Fabriano-Macerata-Civitanova è l’unica non ancora elettrificata. Trenitalia manderà comunque dei convogli nuovi, ma anche su questo fronte siamo messi peggio degli altri. E allora è arrivato il momento di svegliarsi dal torpore e arrivare alla consapevolezza che dobbiamo rialzare la testa. Altrimenti rischiamo di continuare a sbuffare e arrivare in costante ritardo. Come una littorina.

Roberto Fiaccarini