Macerata, 21 maggio 2014 - Una tentata estorsione a un professore, per costringerlo a pagare tutta la cifra pattuita per l’eroina che aveva comprato. Per questo ieri è stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione Cherni Yassine, ventenne tunisino senza fissa dimora.

Il giovane era stato arrestato, con un connazionale e un italiano, lo scorso 13 dicembre dagli agenti della Squadra mobile in un appartamento in vicolo Accorretti, una traversa di via Mozzi. A far partire le indagini era stato il docente di una scuola superiore cittadina. L’uomo, tossicodipendente, aveva detto di stare subendo i tentativi estortivi di un tunisino, al quale si era rivolto come spacciatore dopo che i suoi precedenti fornitori erano stati arrestati dalle forze dell’ordine. Il maceratese e il clandestino avevano concordato una cessione per 50 euro, ma il professore ne aveva pagati solo 40, e per ottenere i restanti dieci il nordafricano lo avrebbe minacciato: «Se non mi paghi subito, vengo alla tua scuola e racconto a tutti che usi l’eroina».

Il maceratese aveva spiegato alla polizia di temere che lo spacciatore lo avesse visto mentre andava a lavorare, in un istituto superiore cittadino, e che dunque potesse davvero attuare quella minacia. Nel timore di trovarsi in difficoltà per la sua condizione di tossicodipendente, l’insegnante aveva pensato meglio rivolgersi alla polizia. Gli agenti della Squadra mobile dunque erano andati nell’appartamento indicato dal docente, in via Mozzi, e avevano sorpreso due tunisini e un italiano, con 30 grammi di eroina. Poi per altro il professore aveva aggiunto che un’altra volta era stato anche minacciato di morte, pur ammettendo di non aver visto alcuna arma in mano al tunisino.

Ieri mattina dunque per Cherni Yassine, tuttora detenuto si è tenuta l’udienza preliminare in tribunale a Macerata. In aula il suo difensore, l’avvocato Domenico Biasco, ha chiesto il processo con il rito abbreviato. Alla fine, per le accuse di tentata estorsione e spaccio di stupefacenti, il nordafricano è stato condannato dal giudice Domenico Potetti alla pena di cinque anni e quattro mesi di reclusione, anche alla luce dei precedenti specifici vantati dall’imputato. Ma l’avvocato Biasco annuncia da subito l’appello contro questa sentenza.

p. p.